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INDIAN SUMMER |
Indian summer |
Neon |
1971 (Akarma 2001) |
UK |
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Formatisi nel 1969, gli Indian Summer giunsero al debutto discografico nel 1971, avvalendosi dei servigi di Rodger Bain, il quale curò anche la produzione del primo disco dei Black Sabbath. L'album fu registrato nei leggendari Trident Studios ed edito per la neonata Neon, una sottoetichetta della RCA che presto sarebbe fallita trascinando nell'oblio non pochi gruppi. Nonostante i buoni presupposti e l'ottima musica lo scioglimento giunse nel 1972. La musica è dominata dall'hammond di Bob Jackson, il quale ricopre anche il ruolo di lead vocalist, e dagli articolati ed interminabili fraseggi chitarristici di Colin Williams. Stilisticamente gli Indian Summer ricordano, per certi aspetti, i contemporanei Uriah Heep ed in parte si percepisce una vaga impostazione jazz, nella misura in cui può essere presente il jazz in gruppi come i Tempest di Jon Hiseman. Sicuramente ci muoviamo di più nella sfera dello hard rock, con influenze che oscillano fra i Deep Purple e gli stessi Black Sabbath ed una performance vocale di Bob (la cui timbrica è tipica e caratteristica di molti cantanti del periodo) all'altezza di Ian Gillan. L'umore che scaturisce dall'ascolto è oscuro e magnetico. L'album è da ritenersi un'opera fondamentale tra quelle che si pongono alla base del progressive e conserva tuttavia una certa attualità, non tanto per il sound che è sicuramente datato, ma per la sua peculiarità di coniugazione fra un Hard Rock sanguigno ed un tipo di musica colto e cerebrale. La musica rimane comunque estremamente ariosa e scorrevole in un equilibrio difficile da raggiungere. Un passo obbligato per chi ama studiare il progressive alle sue origini.
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Jessica Attene
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