Il quintetto dei Syndéresi comincia a farsi conoscere tramite questo demo autoprodotto, dalla contenuta durata di 36 minuti e basato su un concept tramite il quale sono affrontate tematiche bibliche. La band mostra di avere varie frecce al proprio arco, esibendosi in un rock sinfonico che mostra come migliori qualità la ricercatezza pianistica e l'insieme sonoro molto raffinato. La musica si mantiene infatti sempre rilassata e romantica (solo "La parabola del seminatore", col suo andamento più vicino alla world music, sembra andare un po' "fuori dal coro") e con qualche rinvio allo storico rock progressivo della nostra penisola; i musicisti non cedono mai alla tentazione di indirizzarsi verso situazioni molto cervellotiche e riesce a venire a galla la giusta atmosfera sacrale ed avvolgente. Interessanti i testi, anche se forse risultano un po' troppo superbi ed esposti con autocompiacimento, e molto gradevoli anche gli inserimenti della chitarra, mentre le ipnotiche armonie vocali sono un po' penalizzate da una voce non sempre convincente. Le buone idee, in un contesto pur non originalissimo, non mancano e vengono esposte con disinvoltura e con coscienza dei propri mezzi, senza strafare. Limando quei piccoli difetti riscontrati, i Syndéresi potranno affacciarsi con decisione e con la giusta personalità nel ricco panorama del progressive italiano.