Un gruppo immenso, uno di quelli che più di ogni altro ha saputo coniugare ed unire al meglio il verbo del rock e quello del jazz. Nucleus! Creatura del trombettista e flicornista Ian Carr e vera icona del jazz-rock inglese in voga nei seventies, questa band sembra ultimamente oggetto di riscoperta, grazie alle recenti ristampe da parte della BGO, ma anche grazie ad altre iniziative che ne fanno scoprire la dimensione concertistica. Una di queste è quella della Cuneiform, che pubblica "Live in Bremen", doppio cd contenente una straordinaria esibizione live catturata dalla radio tedesca nel 1971. Per oltre un'ora e mezza i Nucleus si lanciano in quella fusione tra jazz e rock che ha fatto scuola, con ottimi riarrangiamenti dei brani contenuti nei primi dischi, ma anche attraverso improvvisazioni che fanno capire quanto grandi siano questi musicisti, sia individualmente che in gruppo. Carr è un perfetto direttore d'orchestra con la sua tromba spesso in primo piano, ma non bisogna dimenticare l'importanza di Karl Jenkins, che, oltre ad essere uno dei compositori principali, delizia col suo piano elettrico, il chitarrismo ardito eppure raffinato di Ray Russell, l'apporto di Brian Smith con i suoi tocchi di classe al sax e al flauto e la formidabile sezione ritmica formata da Roy Babbington al basso e John Marshall alla batteria. Tutti trovano i loro momenti solistici, nei quali, inutile dirlo, dispensano saggi di bravura. "Live in Bremen" è un documento speciale, che immortala i Nucleus in uno dei momenti più fulgidi della loro carriera e che ci permette di ascoltare alcune delle vette raggiunte da quel ramo del progressive maggiormente orientato verso sonorità jazzistiche.