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BIGELF |
Money machine |
Record Heaven |
2000 |
USA |
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Il secondo album dei BigElf era atteso quasi spasmodicamente da chi aveva ascoltato il loro primo lavoro ed era rimasto folgorato dal loro potente hard-Prog, un'esplosiva miscela di Uriah Heep, Beatles ed EL&P, con ritmiche pesanti ma altrettanto pesante utilizzo di tastieroni di ogni tipo, analogici e non. Recuperato un nuovo chitarrista, con "Money machine" i BigElf forse si spostano un attimo di più verso sonorità (soprattutto per ciò che riguarda il cantato) alla Beatles, fermi restando tutti i canoni sopra descritti ed anche il fatto che il brano "Neuropsychopatic eye" sembra quasi un omaggio ai primi King Crimson. Non ci sono lunghe composizioni, suite o atmosfere ad effetto nel repertorio dei BigElf: ogni brano tuttavia sembra durare all'infinito, dato che fin dal primo secondo si produce in un bombardamento sonoro ed in un assalto frontale ai sensi dell'ascoltatore che non ha alternative tra il rimanere incollato all'ascolto e lo scappare via terrorizzato. Chi non digerisce il Prog metal non fugga via parimenti inorridito dopo queste mie parole: Dream Theater e soci c'entrano coi BigElf come il cavolo a merenda e la componente Prog-sinfonica è sicuramente la preponderante. L'istrionico Damon Fox, tastierista-cantante-factotum del gruppo, si (e ci) concede giusto un attimo di rilassamento all'altezza dell'ultimo brano ("Bitter end"), quasi un pezzo di Beatles allo stato puro (ma con reminiscenze di "Us & them" dei Floyd). Un album che si colloca subito tra i miei favoriti dell'anno.
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Alberto Nucci
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