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OPHIUCUS Ophiucus Barclay 1971 (1999 Musea) FRA

Anche questo lavoro rispecchia la delicatezza grazie lo scaturire dalla lingua francese. In aggiunta a questo si abbina perfettamente la chitarra acustica che rende le strutture semplici e lisce. Ma non c'è solo questo! Leggere percussioni e alcune parti elettriche spezzano le atmosfere rendendo l'ascolto più ricco ed omogeneo. Per aumentare l'impronta sognante dell'album non poteva che essere superba l'introduzione di un'orchestra che aleggia momentanea, creando una sinfonia visionaria. Vaghi accenni psichedelici si fondono in cori che guardano lontano come un puro orizzonte. Decisamente sono dei sognatori, e l'epoca, il suono flebile e pulito li aiuta. Pensare che comunque la musica progressiva è proprio questa... colei che racchiude il mondo intero. Capace di evocare molteplici forme, future e passate. Al tempo del suo germoglio l'album viene scritto anche in versione inglese ma mai pubblicato. Ora questa edizione contiene parte di quella versione che devo ammettere non perde in dolcezza. Le lente ballate seguono il proprio corso allietandoci lo stanco pensiero e il suo calare. Peccando di nostalgia per un sogno, ritrovo la purezza. Una purezza mai vissuta, eppure l'unica che conosco.

 

Gerald Crich

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