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TRAUMFABRICK |
Totentanz |
Super Records |
1997 |
ITA |
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Le sorprendenti doti tecnico-compositive dei lucani Traumfabrick, ormai di stanza a Firenze, erano già palesi nel primo demo che esaminai: tali peculiarità vengono puntualmente confermate in questo debutto ufficiale che ben estrinseca la ferma volontà di far convivere follia e lucidità. Dunque non stupisce l'apparente noncuranza con cui il gruppo si permette di mescolare in un unico calderone hard-funky alla Faith No More e soprattutto alla Primus (per la funzione solistica del basso), free-jazz non accademico, stramberie zappiane, taglienti riff metallici e cori lirici, stemperando magari il tutto con melodie anni '60 o una cover di Erik Satie... E' da giudicare esaltante questa forma di crossover totale, che rifugge facili omologazioni: vedo i Traumfabrick depositari di quello spirito che anima, pur con effetti pratici assai diversi, Deus Ex Machina e Nando Meet Corrosion, band, quest'ultima, decisamente da caldeggiare agli amanti open-minded di prog. Che, poi, i Traumfabrick non siano un bluff costruito in studio mi è stato dimostrato da un concerto in periferia, risultato più che convincente nonostante l'assetto logistico tutt'altro che ottimale. Recita il libretto: "La musica è spettacolo. Lo spettacolo è merce. La musica è merce". Il 'suono organizzato' è distruttore dell'estetica, diffusore di idee. La morte della musica è indispensabile perché il suono viva il suono organizzato. Noi invitiamo ad accelerarne la morte". D'accordissimo!
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Francesco Fabbri
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