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MYSIA Spellbound High Tide 1994 ITA

Terzo album per il duo vicentino, a distanza relativamente breve dal secondo, peraltro. Troviamo ancora una volta un set di composizioni, 10 per l'esattezza, caratterizzato dalla ben nota combinazione di chitarra e tastiere, con l'ausilio di una batteria elettronica sfruttata piuttosto bene. Si può parlare di new age, e spesso i MYSIA vengono inclusi tra i gruppi appartenenti a questa categoria, ma la loro musica è spesso piuttosto... movimentata per essere davvero new age. Il paragone più calzante, viste anche le sonorità di chitarra di Franco Pivato, è quello coi primi album di Steve Hackett: rock raffinato, melodico, con delle belle atmosfere. La proposta è 100% strumentale e, per aiutare la comprensione dei brani, il gruppo ha avuto l'ottima idea d'inserire nel booklet una breve spiegazione (in inglese) uno per uno: due righe, giuste da leggere per immaginarsi le scene descritte con la musica. Musica per sognare? Sì, abita qui. Il livello della musica è lo stesso del precedente opus "Bike", ma "Spellbound" (a proposito: azzeccato il nome...) è più maturo e più compatto: le composizioni sono molto meglio costruite e, a suo confronto, il primo album "Land Ho!" (1991) sembra così lontano... quasi come i territori descritti dalla musica del duo. Perché parlare di singoli brani? Ho detto che "Spellbound" appare più compatto globalmente, quindi, pur trattandosi di episodi distinti, i 10 pezzi formano un affascinante tutt'uno. Una bella produzione, direi, e ce ne aspettiamo sicuramente altre a breve termine, ora che i MYSIA hanno preso il via...

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

MYSIA Land-Ho! 1991 
MYSIA Bike 1993 
MYSIA Solitudes 1995 

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