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MALIBRAN Le porte del silenzio Pegaso Records 1993 (Rock Symphony 1999) ITA

Da come si erano messe le cose "The wood of tales" sembrava destinato a rimanere l'unica testimonianza di questo capacissimo ensemble catanese. Sono infatti passati ben cinque anni da quando posi per la prima volta quel disco sul piatto lasciandomi subito conquistare dal gran cuore di quella musica così grezza ma raffinata allo stesso tempo, meravigliandomi di come un pezzo di plastica nera riuscisse a far scaturire tante emozioni dentro di me. E' a questo punto inutile dirvi quale fosse l'attesa per questo bis. Attesa ma anche timore di trovarmi di fronte all'ennesima bruttura di questo iper-produttismo in campo progressivo. Timore rivelatosi poi infondato; devo infatti ammettere che il risultato della curatissima produzione Pegaso, è veramente un bel lavoro. Si parte col bellissimo-brano "Livin' alone" che è forse quello che maggiormente si ricollega, a livello stilistico, col precedente "The wood of tales". Si entra quasi in punta di piedi all'interno di questo lavoro dalla incontenibile energia accompagnati dal un basso quantomai pulsante e corposo (Angelo Messina) vero cuore della melodia assieme alla batteria di Alessio Scaravilli. Mi è dato ravvisare in questo brano e, a sprazzi, in qualche altro qualche vaga somiglianza con il sound degli ARCANSIEL forse dovuta più alla presenza di un sax (Giancarlo Cutuli) dalle medesime tonalità che non a livello strettamente melodico. Vero e proprio marchio di fabbrica, della ditta MALIBRAN, resta comunque la sezione dei fiati, magnificamente gestita da Giancarlo Cutuli, la presenza del suo flauto o del suo sax riesce a conferire alla melodia un incredibile fascino. Si senta ad esempio la parte iniziale di "I know your soul" dove il flauto di Giancarlo dopo averci fatto letteralmente sognare passa il testimone alle chitarre di Jerry Litrico, altra colonna portante della melodia, ed alle tastiere di Benny Torrisi. Trattenete il respiro... sì, è partita la bellissima mega suite di 27 minuti... spetta a Benny Torrisi e ad una acuta chitarra elettrica fare da anfitrione all'apertura di "Le porte del silenzio". Devo fare però due appunti ai bravissimi MALIBRAN. In primo luogo mi pare che alcune situazioni, sia nella suite che anche in altri brani, presentino una certa prolissità; nel senso che vi sono delle melodie reiterate un po' troppe volte prima che il brano entri nel vivo... In secondo luogo non mi ha convinto totalmente la prestazione vocale di Giuseppe Scaravilli, ma si tratta probabilmente di una incompatibilità con i miei gusti personali... E' comunque un grande lavoro, dove ad una impostazione stilistica più in linea con la tradizione italiana, che non con quella inglese di "The wood of...", si coniuga anche un maggiore maturità e modernità. Poi, come al solito, c'è il grande cuore e l'ottimo gusto melodico dei MALIBRAN che riesce a dare calore ad ogni impulso che fuoriesce da ogni byte (non possiamo parlare più di solchi...) del CD. Ve lo consiglio spassionatamente, come da tempo non facevo, correte a comprarvelo subito.

 

Giovanni Baldi

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