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ART AND ILLUSION |
Monolithos |
Mellow |
1994 |
ITA |
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Ricordate il numero uno di Arlequins? Quanto tempo è passato e proprio sul quel oramai antico numero il sottoscritto fece una intervista a questo gruppo, allora ancora intento a trovare una direzione, una strada da prendere. Gli ART & ILLUSION sono ancora tra noi e Mellow Records, ancora una volta veloce e decisa, ci permette di sapere qual è stata quella via che la band cercava nel 1991. Ebbene, Luca Sabia (vox, gtr), Fabio Antonelli (gtr, vox), e Marco Morandotti (key), coadiuvati da Alberto Callegari (bass) e Dario Broglia (drm) ci portano su un piatto d'argento "Monolithos", finalmente cimentandosi in qualcosa di più concreto rispetto ad un demo tape. Quello che esce dal CD in questione è decisamente considerabile, perché, mentre i lavori per così dire home-made risultavano ancora immaturi e a volte poco convincenti, "Monolithos" non può essere considerato un embrione, bensì un figlio a tutti gli effetti (dopo un parto a dire il vero molto lungo). Allora, cosa devo dirvi se non che è un CD speciale? Forse potrei aiutarvi ricordandovi che i pezzi presenti sono riccamente ripieni di chitarre acustiche che si sovrappongono creando intrecci carichi di atmosfere soffuse e, quando il caso, scattanti. Il riferimento più lampante, a mio avviso, lo si ritrova negli ERIS PLUVIA tuttavia è bene precisare che i riferimenti vanno presi con molta attenzione, perché gli ART & ILLUSION riescono davvero a creare un sound particolare e personale, difficilmente accostabile ad altri. Così "Picasso's cloud". "Monolithos", "The wild wind" scivolano via entusiasmando già al primo ascolto, impressionando successivamente per ingegnosità compositiva, ricerca delle sonorità, esecuzione (sempre precisa) e scelta melodica. Poi è giusto ricordare la suite: "Mr Mindflower and Mouthpiece the elf ' è divisa in sei movimenti che a mio parere risultano essere troppo frammentati per rendere realmente l'idea di continuità, anche se la prima parte e l'ultima meritano di essere ascollate con attenzione. Vi assicuro, questo "Monolithos" non è il solito lavoro scialbo, già sentito, ma qualcosa di speciale per quelle persone che amano atmosfere irreali ed oniriche con fate, elfi, gnomi, dove i sogni sanno di libertà, dove puoi cavalcare la tempesta, dove puoi camminare dietro tristi teatri e raggiungere l'altra parte, il luogo in cui nessun uomo è mai stato. Giudizio insindacabile: procuratevelo.
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Marco Del Corno
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