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BLACK JESTER |
Welcome to the moonlight circus |
WMMS |
1994 |
ITA |
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Il secondo album dei trevigiani BLACK JESTER risponde pienamente alle attese di chi già li aveva conosciuti in occasione del loro primo album, ovvero conferma quanto di buono potevamo trovare nelle loro sonorità Prog metal, migliorando però sensibilmente l'amalgama del gruppo, specialmente per ciò che riguarda l'inserimento del tastierista Nico Odorico. La convinzione con cui la band segue la sua strada è certamente accresciuta, grazie a questo fattore e adesso ci troviamo di fronte ad una band solida, che sa quello che vuole e che lo sa mettere egregiamente in pratica. Come si sa, ogni regola vuole la sue eccezione: ecco che quindi l'attesa cover del brano "Uno sguardo verso il cielo" delle ORME (rinominata "Glance towards the sky") non presenta secondo me un'importanza artistica significativa: l'interpretazione data a questo brano mi pare scontata e priva di fantasia, e non certo perché il gruppo ha riproposto pari pari la melodia originaria, anzi... Piuttosto essa mi pare piuttosto colma di banalità, unite alla voce del singer non ottimale, anche perché può essere messa a confronto diretto con quella di chi ha interpretato il pezzo prima di lui. Bando a queste critiche, però: si tratta solo di un episodio, mentre il CD ne contiene altri sei che meritano senz'altro la nostra piena attenzione. Cominciamo dal fondo, dalla tìtle-track, pezzo forte dell'album coi suoi oltre 11 minuti di durata: non rinnegando affatto lo spirito heavy-progger della band, essa è piena di spunti creativi ed interessanti che la fanno essere una splendida chiusura di un buon album. Un album che inizia con un vecchio pezzo, "The labyrinth", rivitalizzato però dalle cure che il gruppo gli ha dedicato, così come all'altra traccia già presente su un vecchio demo, ovvero "Symphonies of immortal winds". Molto belle "Mirrors song", piena di alternanze tra momenti acustici ed altri più veloci, e "The wayfarer". Paolo Viani non disdegna, in vari momenti di molti pezzi, un utilizzo della chitarra acustica un po' inusuale per un gruppo dalle sonorità heavy, ma molto positivo. L'ultimo pezzo non menzionato è "Consciousness hymn", un brano strumentale composto e suonato dal solo Nico Odorico, il quale dimostra anche così che il suo inserimento nel gruppo può dirsi completo, così come mi sento di riabilitare il singer del gruppo, spesso criticato, il quale però se la cava molto bene sui pezzi originali. La zuppa di cipolle, come ebbi modo di definire la musica dei BJ in occasione dell'uscita del primo CD, si è fatta ancora più saporita. Premunitevi con una pastiglia di Magnesia, ma non lasciatevela sfuggire!
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Alberto Nucci
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