Terzo disco di questa ottima band canadese, ed ancora una sterzata nella direzione musicale. Il primo album "Catharsis" (1988) era un bell'album dai delicati contenuti vagamente marillioniani, mentre il secondo "A moment beyond time" (1991) aveva contenuti più tecnologici. Per questo album, pubblicato dopo i canonici tre anni di silenzio, il gruppo si sposta decisamente verso sonorità alla U.K. o, come afferma il gruppo stesso, "...ci siamo deliberatamente allontanati dai nostri precedenti lavori mettendo più enfasi nel suono della chitarra. Ciò fa parte di un progresso che alla fine emergerà nel definitivo sound dei VISIBILE WIND". Dicevo di questa somiglianzà con gli UK... Nonostante la suddetta importanza data alla chitarra, la somiglianza va da intendersi con "Danger money": alle atmosfere ariose che predominano l'album si avvicendano momenti solenni in cui si inserisce ottimamente la voce di Stephen Geysens, la quale ricorda da vicino tale John Wetton. Le liriche delle canzoni sono in lingua inglese anche se sembra che il vocalist se la cavi meglio col natio linguaggio francese. Il CD inizia subito a spron battuto con la mini-suite "Sweet perdition", un po' staccata nelle sue parti, ma sicuramente il pezzo che in definitiva si distaccherà positivamente sul resto delle composizioni. Dopo il breve "Interlude", arriva l'unico pezzo francofono, ovvero "Face à la television", un po' troppo stile rock americano, anche se non disprezzabile. La successiva "Salesman #13" ritorna su ambientazioni UK, con una ritmica spesso in controtempo ed ottime tastierate. "Nemesis" è stata scritta in un momento di rabbia, dice il gruppo, e si sente! "Winter night" ed "At the end of the road" sono l'uno un pezzo romantico, l'altra una canzone giocata su una chitarra distorta che non si discosta dal sound dei VW. La conclusiva "We'll meet again" sembra infine un appuntamento che la band ci dà per il suo prossimo lavoro; lavoro che aspettiamo già con discreta impazienza.