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SARAX |
570.Kythera |
Mylodon Records |
2003 |
CHI |
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Unendo tematiche fantascientifiche e mistiche, i cileni Sarax realizzano un nuovo conept-album in cui narrano le avventure di due persone che si reincarnano su un asteroide. L’intrigante trama è ben sviluppata attraverso una musica non meno stuzzicante, in oltre quaranta minuti di progressive molto energico e lievemente velato di oscurità. Eppure, "570.Kythera" riesce ad essere abbastanza variegato, come dimostrano il breve inizio atmosferico di "They appear" e la seconda traccia "Zirok" che presenta nette inflessioni di jazz-rock latino. Ma dopo questa partenza, sale in cattedra la chitarra del leader Juan Pablo Velasco, che, evitando tecnicismi, sa essere trascinante con sonorità molto aggressive e spunti nervosi frippiani, senza disdegnare tentativi di riff à la Black Sabbath. Ma la fantasia della band permette ai musicisti di tuffarsi anche in altre soluzioni, come si evince dal calmo e conturbante space-rock di "Storm's horns", composizione articolata tra arpeggi di chitarra, tastiere d’atmosfera e cantato emotivo, o dalle romantiche melodie della breve strumentale "Deliberating", o, ancora, dalle altisonanti e claustrofobiche "Iarkos escape" e "Final party" (quest'ultima presenta anche curiose tinte di jazz), ai limiti dello zeuhl della coppia Vander-Top. Non possiamo che confermare le buone impressioni che il precedente "Ejecucion" aveva già suscitato, perciò l’intelligente hard-progressive proposto dai Sarax anche nel nuovo lavoro non fa che dimostrare come questa band sia una di quelle che meritano maggiore considerazione tra gli odierni esponenti sudamericani. La proposta del gruppo cileno è molto acuta ed accurata, e la contaminazione di generi effettuata riesce a risultare organica e molto personale, al punto che Velasco e compagni riescono là dove molti falliscono: creare un sound proprio, riconoscibile e caratteristico come un marchio di fabbrica.
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Peppe Di Spirito
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