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ZAO |
Live! |
Musea |
2003 |
FRA |
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Dopo il live del David Rose Group, la Musea propone un nuovo disco dal vivo registrato negli anni '70 al L'Ouest de la Grosse, club francese nel quale si esibivano molti esponenti del rock alternativo transalpino ed il cui proprietario Jacky Barber è recentemente scomparso a causa di un male incurabile. Il gruppo catturato in concerto è stavolta quello degli Zao, personalità di lusso della scena jazz-rock dell'Esagono che presentavano tra le loro fila alcuni musicisti transitati anche nei Magma. Era il dicembre 1976 ed era stato appena pubblicato il quarto album "Kawana", ma la cosa che risalta maggiormente è che si era da poco verificato uno sconvolgimento nella line-up. Infatti, mentre entrava in formazione il funambolico violinista Didier Lockwood, si doveva anche segnalare la defezione del fiatista Yochk'o Seffer, mente principale della band, voglioso di dedicarsi ad una carriera solista. Gli Zao rimasti, incapaci di trovare un sostituto, si presentarono così in concerto con un quartetto che vedeva protagonisti, oltre Lockwood, Francois Cahen alle tastiere, Gérard Prevost al basso e Jean My Truong alla batteria. Il documento di cui stiamo parlando raccoglie un'ora e dieci di ottima musica, caratterizzata da un jazz-rock che, nonostante l'assenza di Seffer, non perde dinamismo e mostra un ensemble capace di incantare per capacità tecnico-esecutive non comuni e per le spettacolari linee melodiche che era in grado di creare attraverso una commistione di generi abbastanza unica. Abbandonate le tentazioni zeuhl che contaminavano il loro primo album, gli Zao si concentrano su un progressive fortemente indirizzato verso il jazz, senza, però, disdegnare incursioni verso la musica mitteleuropea e spunti derivanti dalla classica contemporanea. La dimensione live esalta al meglio le qualità dei musicisti: brani come "Shardaz", "Sadie" e "Zohar" (giusto per citarne alcuni), nonostante una certa complessità, regalano emozioni e i diciannove minuti e mezzo della jam "Improcol" alternano intrecci strumentali e momenti solistici fantastici. L'unico piccolo punto debole di questo cd è evidenziato da una registrazione non proprio delle migliori, a causa soprattutto di un sibilo che si sente continuamente in sottofondo. Stiamo parlando in ogni caso di un documento storico stupendo, che contiene pagine musicali che faranno sicuramente la felicità di chi già conosce ed apprezza questo grande gruppo.
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Peppe Di Spirito
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