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ATRIA |
Boulevard of broken dreams |
Musea |
1993 |
FRA |
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Non è facile recensire un gruppo quando il tipo di musica che esso suona non è proprio il genere che più piace, si corre il rischio di giudicare troppo superficialmente senza rendersi conto quanto di buono l'album potrebbe contenere. In questo contesto si inserisce questo mio articolo sugli ATRIA, band francese che propone un prog basato su soluzioni e sonorità alquanto moderne, accostabile per molti versi a quello dei MARILLION di "Seasons end", degli ARRAKEEN o di molti altri gruppi dell'ultima generazione. Come dicevo questo non è proprio il mio genere preferito, così mi sono dovuto sforzare per riuscire ad ascoltare sino in fondo un disco che, seppur composto e suonato, mi sembra contenga una buona quantità di banalità. I momenti che ho apprezzato di più sono quelli strumentali (complice anche una voce non eccezionale), nei quali viene alla luce il lato più progressivo del gruppo, con tastierista e chitarristi (ce ne sono due) che si prodigano in assoli abbastanza piacevoli. Non dico altro per non correre il rischi di imputare agli ATRIA difetti che magari non hanno, chi comunque considera il prog come "la musica degli anni settanta" farà bene ad orientarsi verso altri acquisti. Chi invece apprezza le ultime produzioni di gruppi quali ARRAKEEN, CHANDELIER o NORTH STAR (ho citato tre nomi a caso) può tranquillamente prendere in considerazione la possibilità di acquistare anche questo CD degli ATRIA.
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Riccardo Maranghi
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