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4/3 DE TRIO Ersatz Musea 2004 FRA

Questa particolare band di polistrumentisti di Grenoble ci propone solo ora la registrazione del loro secondo album avvenuta nel 2000, poco prima che la band si sciogliesse. Nel 2001 avviene, in seguito ad un incidente automobilistico, la tragica morte del batterista Didier Pégeron alla cui memoria viene dedicata la pubblicazione di quest'opera pregevole. Non pensate che si tratti di un disco tirato fuori da chissą dove con un pretesto qualsiasi, giusto per vendere qualche copia: č una vera fortuna poter ascoltare queste note. Inoltre all'album originale sono state aggiunte due bonus tracks in cui si esibisce Didier, questa volta alla chitarra, sfoderando uno stile fulminante alla Satriani/Vai. A parte le due tracce di chiusura, che lasciano un po' il tempo che trovano, l'album nella sua interezza č una vera e propria opera d'arte. Sostanzialmente si tratta di un lavoro strumentale, l'unica traccia cantata č infatti quella di chiusura, "La blonde". L'architettura č piuttosto complessa e frastagliata, con ritmi sincopati ed inversioni improvvise. La musica fluisce spontaneamente e con piacevole fluiditą, scivolando in maniera dolce ed ammortizzata lungo i continui dislivelli. I sapori hanno un non so che di nordico, non si tratta della solita zuppa psicopatica transalpina: i modi sono gentili, delicatamente malinconici, quasi scandinavi, appunto. I suoni sono vintage, vellutati, ricchi di particolari, alla stregua di perduti capolavori dell'underground dei Seventies. Qua e lą le composizioni sono arricchite da preziose orchestrazioni o da ritmiche di ispirazione pił vicina al jazz-rock; altre volte, ma senza esagerare, possiamo pensare al RIO. Insomma si tratta di un bell'album nella sua caleidoscopica varietą di stili, dall'acustica "Oceane" alle sinfonie da colonna sonora della traccia di apertura, alla delicatezza della carezzevole "La blonde" fino alle pił stuzzicanti aperture sperimentali che diffusamente si possono assaporare.

 

Jessica Attene

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