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HIGH WHEEL |
Back from the void |
autoprod. |
2001 |
GER |
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Ritorno a sorpresa per il quartetto tedesco che forse, proprio con il titolo di questa nuova fatica, vuole sottolineare la fine di un periodo difficile (ma il ritardo di quest'album, dicono, è dovuto in parte al lavoro sull'artwork). Così, come se niente fosse, eccoli ancora qui a stuzzicare i nostri padiglioni auricolari. Il tempo in effetti sembra non essere passato e "Back from the void" si pone in continuità con le precedenti produzioni. Abbiamo quindi un Prog sinfonico melodico, sostenuto da una sezione ritmica robusta, precisa e movimentata come una macchina da guerra, con chitarre taglienti come spade e tastiere fiere che riempiono gli spazi vuoti. Un gentile tocco di eleganza è offerto dal caratteristico piano, che spesso troviamo ad impreziosire e a sottolineare le atmosfere più eleganti dell'album, e da un flauto. Il cantato è affidato, come nella tradizione del gruppo, a più voci che si alternano o si intrecciano, creando soluzioni preziose e creative; interessante in questo senso "Strings", ove strumenti e voci si confondono in un brulicare di sensazioni positive. La musica si raccoglie nei blocchi delle due suite ("The screamer" 12 min. - "Blind archer" 32 min.), a loro volta suddivisi in brani piuttosto corti, che in molti casi potrebbero benissimo avere una vita propria, ai quali vanno ad alternarsi 4 canzoni di media durata. La seconda parte del CD, occupata dalla seconda delle due suite summenzionate, appare più distesa, con momenti più rilassati e passaggi di atmosfera, anche se le emozioni evocate dalle diverse tracce sono quanto mai mutevoli e variegate. Salvo qualche eccezione comunque, la musica degli High Wheel si snoda in melodie ampie e brevi accelerazioni ricche di pathos, talvolta quasi metal, ma sempre condite di buon gusto ed eleganza... in sostanza art rock ai suoi livelli più elevati.
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Alberto Nucci & Jessica Attene
Collegamenti
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