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KEITH FULLERTON WHITMAN |
Multiples |
Kranky |
2005 |
USA |
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La scelta compiuta dal musicista statunitense Keith F. Whitman di confrontarsi con le radici della musica elettronica moderna, con una particolare attenzione rivolta al movimento cosmico tedesco degli anni settanta, si è concretizzata in maniera alquanto singolare ed interessante nella pubblicazione del suo ultimo quarto disco, "Multiples", pubblicato dalla Kranky (label di Godspeed You Black Emperor!, Labradford...). Polistrumentista affascinato dalle sofisticate potenzialità offerte dalle nuove tecnologie come dall'espressività musicale dei più antichi sintetizzatori vintage, Keith Whitman ha avuto la buona idea di scrivere un intero album strumentale basato quasi interamente sulle sonorità analogiche, come una sorta di ritorno alle radici del suono elettronico. "Multiples" può essere suddiviso in due parti più o meno distinte, una ispirata principalmente alle suggestioni oniriche di Tangerine Dream (periodo "Alpha Centauri"-"Zeit"), Cluster e Popol Vuh, l'altra orientata verso il minimalismo classico di Terry Riley, Philip Glass e Steve Reich. L'attenzione rivolta ad ogni singolo dettaglio dei brani, insieme all'effettivo talento melodico-compositivo di Whitman, ci permette di entrare in perfetta sintonia con la musica, specialmente in quegli episodi dove la melodia riesce a creare un vero e proprio dialogo intimo con l'ascoltatore. Titoli scarni come "Stereo Music for Farfisa Compact Duo Deluxe, Drum Kit" sembrano voler dare un rigore prettamente scientifico alle composizioni, in effetti l'impressione che si ha ascoltando alcuni frangenti di "Multiples" è quella di un esperimento sonoro/sensoriale... direi un esperiemento piuttosto riuscito, specialmente in una conclusiva "Stereo Music for Acoustic Guitar, Buchla Music Box 100 ecc...", collegamento ideale fra i Popol Vuh più bucolici e le prime sperimentazioni elettroniche di "Affenstunde", nelle lancinanti allucinazioni "cosmiche" delle improvvisazioni al synth Serge in "Stereo Music for Serge Modular Prototype", oppure nelle esplorazioni melodiche psichedelico-minimali nella già citata "Stereo Music for Farfisa Compact Duo Deluxe, Drum Kit".
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Giovanni Carta
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