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FORGOTTEN SUNS |
Snooze |
Magic Rope Music |
2004 |
POR |
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Seconda fatica per questi quattro ragazzi portoghesi, coadiuvati da vari ospiti. Attivi dal 1996, hanno inciso un primo CD, molto apprezzato, nel 2000 – “Fiction Edge 1 (Ascent)”, per la Galileo Records – fortemente segnato dall’influenza dei Flower Kings, nonostante la scelta di un monicker che scimiotta i Marillion degli esordi. Questo secondo lavoro è di sicuro più maturo e meglio registrato – non dimentico qui che i Forgotten Suns sono un gruppo feticcio per molti appassionati – ma ripropone, a mio avviso, problemi analoghi a quelli riscontrati nel debutto. Se il suono appare meno impastato che nel passato e si possono senz’altro apprezzare le capacità strumentali dei singoli componenti, permane in queste undici composizioni – di varia lunghezza, dai due ai venti minuti – un pesante senso di già sentito. La voce ricorda Jon Anderson, i cori i Gentle Giant, la musica ricalca talvolta davvero troppo i Genesis ed il gruppo di Roine Stolt. Ne viene fuori un progressive molto poco innovativo, che piacerà comunque agli amanti del rock sinfonico anni Settanta. I brani migliori sono alla fine quelli più brevi, come l’opener “Dreaming of Reality”, “Floating Spirit Dimension”, “Death” e “A Truce”. Gli altri sono accademicamente impeccabili, ma troppo prolissi e tediosi. Spunti anche validi non mancano, tuttavia sono annacquati in composizioni fiume, su tutte la suite “Dream Killer”, in cui è facile per l’ascoltatore perdersi e non raccapezzarsi più. Il Moog con il quale si apre la sesta traccia, “Pay the Price”, è splendido, poi il pezzo scema un po’. E’ la medesima sorte che, in fondo, tocca anche alle altre canzoni. A magnifici attacchi seguono lunghe e stancanti evoluzioni. Peccato. Forse, invece di realizzare un doppio così pieno di alti e bassi, sarebbe stato meglio concentrare le idee e sfoltire il discorso musicale. I Forgotten Suns ne avrebbero guadagnato in efficacia e incisività. Rimandati.
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Davide Arecco
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