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FRANCESCO BUCCHIERI |
Hand made |
Mellow |
1995 |
ITA |
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Titolo e note di copertina forniscono la chiave di lettura per avvicinarsi a questo lavoro con il giusto spirito. Si tratta di un lavoro di musica elettronica, realizzato con suoni sintetici, trovati dall'autore all'interno di un computer. Solamente il fatto che "Hand made" sia uscito per un'etichetta solitamente dedita al prog e che Bucchieri sia stato nel '79 autore di un album compreso nel grande calderone progressivo motivano la presenza di questo titolo sulle pagine di Arlequins. L'autore non aveva sicuramente la minima intenzione di rivolgere a noi la sua proposta... se infatti si ricercassero in questa i riferimenti solitamente utilizzati per inquadrare e descrivere un lavoro progressivo, non si otterrebbe altro risultato che il martoriare il lavoro. Ha difatti una struttura lineare, che segue in modo ossessivo, quasi claustrofobico, gli svolgimenti di una scarna linea guida; la ritmica risulta assolutamente snervante nella sua ripetitività; i suoni scelti sono alquanto poveri e risultano freddi e lontani... e via di seguito. Diciamo dunque che ad "Hand made", registrato fra l'84 ed l'89, viene dedicato spazio su di una rivista dedita al prog proprio per avvertire che non si tratta di un disco assimilabile a tale genere... e comunque, anche allargando l'ottica d'osservazione, l'artigianalità che il titolo suggerisce non è qui da intendere nell'accezione positiva che può essere data al termine.
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Luca Rodella
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