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MAZE OF TIME |
Tales from the maze |
autoprod. |
2006 |
SVE |
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Gruppo svedese nuovo di zecca proveniente dalla bellissima città di Stoccolma… che di svedese ha però soltanto l'appartenenza geografica a quanto pare, visto che la loro musica non ha nulla a che fare con la tradizione scandinava, neanche nelle sue varianti sinfoniche. Di questi tempi, ascoltando questo CD, ci verrebbe da pensare quasi ad un gruppo dei Paesi Bassi, nazione che sembra aver rinverdito i fasti del new prog romantico. Il gruppo nasce grazie all'iniziativa del chitarrista Robert Edman una decina di anni fa e giunge alla pubblicazione di un demo, intitolato "Under the Sun" e successivamente a questo esordio discografico. La loro musica è un distillato di romanticismo sinfonico, dalle sonorità delicate con riferimenti a Yes e Genesis che si concretizzano in uno stile semplice di stampo inglese anni Ottanta: possiamo udire tastiere alla Clive Nolan, chitarre alla Rothery e atmosfere che richiamano i primi Marillion. Le sensazioni di ascolto sono abbastanza gradevoli e la musica scorre in maniera piuttosto fluida, anche se queste otto composizioni, diciamolo pure, non riescono ad impressionarci più di tanto. Per di più qualche episodio si dimostra più fiacco della media, facendo crollare a picco il livello di interesse e gradimento. Altro punto dolente è il cantato, piacevole nel complesso ma a volte sin troppo piatto nello stile. In sostanza non possiamo fare a meno di sbadigliare con lo scorrere dei minuti, anche perché le tracce sono tutte più o meno di durata abbastanza lunga (otto minuti in media, a parte la brevissima intro) e sembrano trascinarsi a volte in maniera pesante. Anche volendosi accontentare di un gruppo derivativo e del tutto privo di originalità, cozziamo contro una serie di difetti che pregiudicano la piena riuscita di questo CD, sufficientemente gradevole, ma anche terribilmente insignificante.
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Jessica Attene
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