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IX |
Ora pro nobis |
Musea |
2006 |
VEN |
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La Musea si va a fare un viaggetto in Sudamerica e ci propone questo lavoro degli Ix. Dietro questo nome si cela il progetto solista del tastierista dei Tempano Giulio Cesare de la Noche, che comunque si fa accompagnare in diversi brani dagli altri membri della sua band di riferimento.
La musica che troviamo non ha molti contatti con quella del bravo gruppo venezuelano anzi a tratti risulta spiazzante. Gli stili musicali, infatti, si rincorrono dando pochi punti di riferimento.
A parte la prima traccia, che non è altro che una decina dei misteri gaudiosi del Rosario recitati in maniera schizzatissima, si passa, a volte senza soluzione di continuità, dalla musica elettronica, al folk locale, dalle marcette militari, al prog sinfonico, fino ad arrivare al flamenco passando anche per la fusion.
Diciamo subito che non sempre tutti questi stili convivono benissimo. Penso che il tastierista abbia più voluto puntare sull’originalità della proposta che sulla fruizione e l’organicità del prodotto finito. Il problema purtroppo è che non tutti sono bravi a miscelare diverse influenze e quindi in casi come questi, per ottenere un risultato più efficace sarebbe stato il caso di puntare su cose più scontate ma altrettanto belle, si sarebbero forse evitate parti del lavoro piuttosto pesanti.
Il pezzo più bello dell’album, infatti, è “Ocaso” un pezzo in cui folk e prog vanno a braccetto in maniera abbastanza lineare, brano impreziosito dalla stupenda voce di Edith Salazar, che ci propone una prestazione da pelle d’oca.Un vero gioiello che emerge in un disco secondo me con troppi punti interrogativi.
E’ un disco, a mio modesto parere, dal “vorrei ma non posso”. Giulio Cesare de la Noche ha provato a fare un disco diverso dai soliti canoni ma purtroppo per lui, in un eventuale figoaward non arriverebbe in nomination.
Il valore di questo tastierista in ogni caso non è in discussione e lo dimostra il suo lavoro nei Tempano.
Consiglierei quindi questo disco ai fans più sfegatatati del gruppo venezuelano che vogliono avere sotto mano tutte le registrazioni dei loro beniamini.
Agli altri direi sinceramente di sentire i fraseggi e i virtuosismi di De la Noche direttamente sui brani dei Tempano.
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Antonio Piacentini
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