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MACHY MADCO |
Manuscritos desde musmell |
Union Discs |
2005 |
ARG |
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Settanta minuti di vibrazioni sudamericane in questo disco a nome Machy Madco, bassista-tastierista argentino che si crea attorno una sorta di formazione aperta vista la presenza di ben quattordici musicisti che si alternano nell’esecuzione di sedici brani (nel cd ce ne sono altri cinque, tra demos e live, che rappresentano delle bonus tracks). Un’anima fortemente latina avvertibile soprattutto per l’ampio uso di percussioni, per le continue espressioni gioiose e giocose che fuoriescono dalle note e per suoni chitarristici alla Santana costantemente in evidenza in questo lavoro. Un’autoproduzione davvero ben curata quella di Machy, visto che la registrazione è ottima e ben equilibrata e traspare tutto il calore emanato dalle composizioni e dai numerosi strumenti presenti. Già, perché se il comparto ritmico e la chitarra elettrica costituiscono la spina dorsale e vitale di “Manuscritus desde Musmell”, gli interventi del sax, della tromba, del piano, delle tastiere (che ancora portano alla mente le esperienze di Carlos Santana, visto che a volte sembra di riassaporare l’organo di Gregg Rolie) riflettono un approccio alla ricerca di un risultato d’insieme che trasmetta la voglia di una musica briosa, comunicativa, artistica e lontana dalla piattezza proposta dalle mode e dalle banalità imposte alle masse dal marketing delle grandi major. Prog latino? Chiamiamolo pure così se può servire a far capire meglio il contenuto di questo cd; un cd diverso da quelli solitamente recensiti su queste pagine; un cd col quale non si punta su schemi a cui ci abituano molti gruppi prog odierni; un cd in cui c’è il progressive, ma in cui ci sono anche le pulsazioni del blues-rock, una matrice jazzistica, la poliritmia afro-americana; un cd affascinante!
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Peppe di Spirito
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