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VV.AA. |
Prog-Résiste Convention 2005 (DVD) |
Yakoutaké |
2006 |
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Come ormai consuetudine, ecco pubblicato in DVD il resoconto della convention Prog-Résiste, la cui terza edizione si è svolta nella cornice del club “Spirit of 66” di Verviers in Belgio nel settembre del 2005. Il video in questione include un solo brano per ciascuna delle sette band coinvolte, per un totale di un’ora e mezza.
Per iniziare, i Madelgaire ci propongono un new-prog con un pizzico di teatralità che definirei tipicamente francese nonostante la band sia di origine belga, con il valore aggiunto di alcune influenze folk (mandolino e violino elettrico sono parte integrante della strumentazione…) che porta il gradimento a buoni livelli. Promossi.
Ex Vagus: i Galahad francesi? A parte la somiglianza del cantante Eric Vedovati con Stuart Nicholson, qui la teatralità prende il sopravvento (il brano è estratto da un’opera rock, “Cité Globale”) e diventa parte essenziale, diciamo pure preponderante rispetto alla musica; il risultato è eccentrico ma non troppo convincente, almeno non per me visto che in patria la band gode invece di un buon seguito e della stima di un certo Christian Decamps. Passiamo oltre.
Ecco i Quidam, gruppo polacco che negli anni ‘90 fece la gioia di molti appassionati legati al mondo sonoro di Latimer ed i suoi Camel (epoca “Snow Goose”): dispiace rendersi conto quanto siano usciti snaturati dagli stravolgimenti della formazione. Personalmente ho amato i loro primi album e non li riconosco in questa mistura incolore (il brano è tratto dall’album “SurREvival”) tra un rock alla Porcupine Tree e qualcosa dei Marillion hogarthiani meno ispirati. Brevi interventi di flauto e whistle non riescono a salvare la giornata, per di più il giovane Bartek Kossowicz non possiede certo né il carisma di Emila Derkowska né purtroppo una voce memorabile.
Il piatto forte della serata: i redivivi Focus! Con il chitarrista Jan Dumée (che qualche mese più tardi lascerà la band) ed il ritorno di Pierre Van der Linden sullo sgabello della batteria, il nostro eroe Thijs Van Leer fa leva sulla sua presenza fisica ed il suo istrionismo per rievocare i vecchi tempi andati e far dimenticare l'assenza di Akkerman. Il risultato è buono, ma... perché scegliere i 10 minuti di Hocus Pocus e non qualcosa di più impegnativo?
Non conoscevo affatto i simpatici Knight Area dei fratelli Klazinga – una sorta di supergruppo che include in formazione bassista e chitarrista dei più noti Cliffhanger - e la sorpresa è stata positiva: cosa c'è di male a suonare new-prog all'inglese quando il tutto è eseguito in modo energico e trascinante? La band olandese incarna probabilmente l'antitesi dell'originalità in ambito progressive, ma gli stacchi con l’8-voice choir del Mellotron riportano alla mente i primi IQ (e qualcosa dei Cardiacs) mentre il finale del brano rievoca l'emotività delle performance dei Twelfth Night nel caldo opprimente del Marquee... quindi abbandono qualsiasi velleità analitica e razionale, trattengo la lacrimuccia e applaudo di fronte all’indubbio gusto della band e alla chitarra di Rinie Huigen (non avrei mai immaginato di poter provare nostalgia per gli anni ’80!)
La nostrana Maschera di Cera è immortalata in una performance energica ma non certo perfetta della prima parte del “Viaggio nell’oceano capovolto”: l’esecuzione è penalizzata da molti tentennamenti, inclusa la performance vocale di Alessandro Corvaglia che però perdoniamo volentieri per essersi coraggiosamente accollato le responsabilità tastieristiche sostituendo l’assente Agostino Macor (e per una band priva di chitarra questo non è certo un dettaglio).
I polacchi Riverside, infine, autori di un prog moderno e a volte piuttosto heavy, sono qui un po’ penalizzati dalla scelta di un brano breve ed anonimo (“I Believe”, tratta dall’album d’esordio); un’apparizione piuttosto incolore, ma non dimentichiamo che si tratta solo di un estratto da un’esibizione di ben 90 minuti.
Un DVD interessante, il cui acquisto può essere preso in considerazione per scoprire meglio l’offerta prog dell’Europa continentale e soprattutto per il prezzo onesto a cui è venduto (sul sito dell’organizzazione Prog-Résiste), per il resto non mi sento di poter dire che si tratti di un film imperdibile.
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Mauro Ranchicchio
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