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TIME Beyond the wall of sleep Demo autoprod. 2007 ITA

Per la serie c’erano una volta i demo su cassetta…pochi brani con le migliori cose prodotte in cantina o in studio e riportate su nastro. La tecnologia avanza, ognuno ha la possibilità di avere degli studi di registrazione in casa senza spendere una fortuna e restando seduti su una sedia. La tecnologia, però, è un’arma a doppio taglio perché non ti permette di essere obiettivo e a volte ci si trova di fronte a demo pesanti, prolissi e senza nessuna nota che ti rimane impressa.
Questo non è il caso dei Time, che ci propongono un lavoro di 28 minuti fatto con tutti i crismi per essere ascoltato per intero senza bisogno di essere legati vicino allo stereo. A volte bastano cinque brani rappresentativi e registrati bene di demo lunghi quattro ore con poche idee espresse. Se questo lavoro è un biglietto da visita per il futuro devo dire che questi cinque ragazzi non stanno messi malissimo anzi.
I territori su cui viaggiano queste cinque tracce sono molto al confine tra il metal, il gothic e il progressive. Quindi non aspettatevi brani legati pesantemente agli anni 70 ma piuttosto una proposta diversa, in un certo senso anche originale, pur partendo da riferimenti classici (anche se non così classici), come possono essere quelli dei Rush, di Toto, dei Dream Theater (ma anche chi ama Gathering e Lacuna Coil non rimarrà deluso). Non aspettatevi nemmeno i soliti brani prog metal con molto cervello e poco cuore. I cinque ragazzi, che vivono tutti tra la provincia di Treviso e quella di Pordenone, sono molto affiatati e ognuno di loro riesce ad esprimersi molto bene nei vari brani che si susseguono. Sia la sezione ritmica (Simone Morettin alla batteria e Alessio Brun al basso) che tastiera (Enrico Brun) e chitarra (Cesare Cudia) dimostrano notevoli qualità tecniche che in ogni modo i ragazzi cercano ancora di affinare continuando a studiare i loro strumenti.
Anche la bella voce di Monica Calvieri riesce a ritagliarsi il suo spazio regalandoci bei momenti con una voce molto gradevole nelle tonalità basse e medie ma che non sfigura nemmeno negli acuti.
Tutte le cinque composizioni sono molto carine, in particolare segnalerei la title track “Beyond the wall of sleep” da cui il gruppo svilupperà un video, e “A strange whisper” con un pezzo latino-americano nella parte centrale che mi ricorda tanto "The Light" degli Spock’s Beard. Ma è soprattutto “Life” il brano più lungo con i suoi sette minuti e mezzo brano che chiude il lavoro, il pezzo che mi ha colpito di più. Nella sua semplicità troviamo dei bellissimi passaggi che ti rimangono impressi dove gli assolo di chitarra e pianoforte si rincorrono nella parte centrale. Pezzo che rimane semplice e godibile anche tra doppie casse e megascale.
Quindi un buon esordio per questo quintetto, che speriamo continui con questo entusiasmo e questa carica. L’unico appunto che umilmente sento di muovergli è sul nome: Time è veramente anonimo e poco originale, sarebbe il caso di pensare a trovare un nome che rimanga più in mente e che riesca a distinguere bene il gruppo.

 

Antonio Piacentini

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