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NEW TROLLS |
Concerto grosso 3 - The seven seasons |
Aerostella/Edel |
2007 |
ITA |
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Altro gruppo storico italiano che ritorna sulle scene dopo tanti anni.
Tralascio, in apertura, volontariamente di pensare a quello che sono stati i New Trolls per la nostra musica e che cosa siano stati i due concerti grossi precedenti. Tralascio volutamente le beghe (anche legali) che hanno sempre accompagnato questo gruppo.
"The seven seasons" è un bel disco, è ricco di riferimenti al passato, ricco di elementi melodici. I quindici momenti che compongono questo cd sono ben articolati e nella maggior parte dei casi ben armonizzati tra loro. Difficile, in ogni modo, non pensare al passato sentendo i primi tre brani… un'apertura di disco che non può (e non vuole) tagliare i ponti col passato; un'apertura che sarà una fitta al cuore per gli amanti di questo gruppo, ma che fortunatamente delinea un nuovo corso che parte dal passato per giungere ad altri lidi.
Si continua con la title track con il contributo di Shel Shapiro (che ha curato tutti i testi) alla voce. A mio modesto parere "One magic night (larghetto)", il brano seguente, è quello meno riuscito, troppo melodico, troppo costruito, prendendo purtroppo spuntoda queste simil opere rock (la Tosca di Lucio per dirne una...) con il connubio voce lirica e melodia all’italiana, che va tanto di moda ultimamente. Sinceramente non se ne sentiva il bisogno, anche perché il risultato è abbastanza stucchevole e stona anche un poco col resto della composizione.
Si riprende fortunatamente con l’alternanza tra istanti più tirati e momenti più riflessivi e calmi.
Ed è forse questa la peculiarità di questo lavoro, quando la musica è talmente calma da farti rilassare completamente (se non dormire…) …ZAC! Arriva una schitarrata, un momento pieno con orchestra pronto a risvegliarti. E’ in ogni modo “The ray of light (rondo)“ il pezzo secondo me che riesce a riunire la classe dei New Trolls con tutto l’appeal commerciale che li ha sempre contraddistinti. Una bella melodia che sfocia in coretti accattivanti e fatti molto bene.
Da segnalare anche la strumentale “The seasons of hope” con un bel piano che, aiutato anche da un violoncello, crea bei momenti che rimandano a certe cose dalla prima Tori Amos e a volte invece a momenti più nervosi, un bel preludio al pezzo migliore del lavoro. "Simply angels", infatti, ha un’apertura tiratissima con molto cambi di tempo che si conclude in maniera molto soft nella degna tradizione di questo gruppo.
Da ricordare che questo disco è dedicato alla memoria di Sergio Bardotti produttore dei concerti grossi precedenti e scomparso da poco.
Per fare una conclusione però devo per forza guardare al passato. Stiamo parlando dei New Trolls, un gruppo che ha fatto “C’è troppa guerra” e “Quella carezza della sera”, il marchio di fabbrica è sempre quello. Momenti bellissimi che toglieranno il fiato agli amanti del progressive, e momenti melodici che toglieranno il fiato alle vostre zie che sentono solo Pooh e Renato Zero. I New Trolls son tornati, come ultimamente son tornati gruppi come Le Orme e la PFM. Speriamo soltanto che questo "The Seven Seasons" abbia le vendite sperate per permettere ai gruppi storici di “osare” di più, e alle nuove leve di avere lo spazio che meritano.
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Antonio Piacentini
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