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ZEPHIRO |
Immagina un giorno |
autoprod. |
2006 |
ITA |
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Gli Zephiro sono abbastanza conosciuti nel panorama rock underground romano. Fanno parte, infatti, del circuito no-slappers. Un progetto che porta nei locali romani, gruppi che propongono musica originale invece delle solite cover band, e che ha un discreto successo nei locali romani che lo ospitano. Una delle caratteristiche principali di questo gruppo è quella di essere molto attivo dal vivo, sinonimo di una proposta musicale che la gente apprezza.
Di rock progressivo ce n’è poco o niente in questo lavoro, diciamolo chiaramente. Lavoro in ogni caso fatto molto bene, con pezzi che non hanno nulla da invidiare a quelli di gruppi che vanno ultimamente per la maggiore nel nostro bel paese (penso senz’altro a Vibrazioni e Negramaro). Canzoni come “L’albero”, “Radiazioni ultraviolette” o “Ordigno eclisse” comunque si faranno apprezzare anche da chi non si fa tanti problemi di generi musicali. Anche il brano che mi ha colpito di più di questo lavoro, “ Insieme”, con quel giro di chitarra che ricorda i Radiohead, ma filtrato dalla tradizione melodica rock italiana, potrebbe trovare molti estimatori. Anche la traccia “scattami una polaroid” ha un bel giro da evidenziare. La lunghezza dei brani (tutti sotto i cinque minuti) sembra fatta apposta per un passaggio radiofonico che questi ragazzi meriterebbero per quello che propongono.
Non bisogna necessariamente fare le cose difficili e con tempi dispari per farsi apprezzare. A volte basta la passione per quello che si suona, la voglia di divertirsi e di far divertire, la volontà di fare conoscere agli altri un aspetto musicale che non passa per forza dalla cover fatta bene di un gruppo famoso, ma da un percorso personale che può esser soggetto a critiche, ma che non si può non riconoscere come originale.
Nel cd troverete, oltre le dieci tracce musicali, anche un video della canzone “Lontano” che, se abitate nell’Italia centrale, vi potrà capitare di aver visto in qualche rete locale.
Molto bravo il bassista Giacomo Citro e anche la voce di Emanuele Mancini si fa apprezzare, come si fanno apprezzare tutti i testi del gruppo che non risultano per niente banali.
E’ il classico lavoro da proporre in macchina con persone che non apprezzano quello che senti di solito, io l’ho fatto e sono rimasti tutti soddisfatti, anche i più scettici.
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Antonio Piacentini
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