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KUUSUMUN PROFEETTA Hymyilevien laivojen satama Ektro Records 2006 FIN

Letteralmente sbalordito dalla forza espressiva di questo gruppo, conosciuto in occasione della loro uscita con Mellow Records dell’album “Taunting Tin Bells Through The Mammal Void”, seppure con il loro nome inglese Moon Fog Prophet, pensate alla positiva predisposizione che mi ha accompagnato nell’ascolto e nella recensione di questo lavoro e che mi vede a scriverne con un forte timore reverenziale, quella sorta di soffocante inferiorità che si prova di fronte ai grandi monumenti e alle grandi opere d’arte.
La personalità e il carisma del cantante, tastierista Mika Rättö, le tenui note di sax e tromba di Irina Niemelä e Samuli Peltoniemi, le calde passeggiate chitarristiche di Teemu Majaluoma e le ritmiche precise e mai invadenti di Mikko Elo al basso e Veli Nuorsaari alla batteria, si offrono in un mix musicale che non ha paragoni. E’ musica nuova, e al contempo è musica che esce dalle viscere del tempo, dal primo battito del Big Bang ai giorni nostri, cavalcando l’emotiva evocazione degli spettri delle nostre anime, ciò che abbiamo amato e ciò che ci ha fatto soffrire. Sono le note che hanno accompagnato il primo vagito dell’uomo e il suo tetro ultimo viaggio, strappando emozioni in un susseguirsi di bello e di magico, come di angosciante e buio. La musica è l’essenza stessa dell’uomo, la sua parola, la sua comunicabilità, la sua ingenua e patetica consapevolezza di essere leader terreno, in bilico per sua stessa mano.
La chiave musicale che genera tutto questo comprende musica cantautorale, Jazz, Folk, prog, minimalismi e sinfonismi presi da spartiti strappati da quest’anima lunare e profetica. In certi momenti dell’ascolto ho immaginato che in un miscelatore fossero finite le menti di Fabrizio de Andrè, di Robert Wyatt, di Peter Hammill, di David Sylvian e di Robert Fripp, generando una sorta di freccia di Cupido pronta per essere scoccata dall’arco dei Kuusumun, verso il cuore degli ascoltatori.
Dieci brani dai 3 ai 9 minuti tra cui spiccano i delicati acquerelli di “Syysaika”, la potente forza evocativa di “Hän jota ei koskaan ollutkaan”, le trame avanguardistiche di “Tunnit muuttuu minuuteiksi” e quelle maggiormente jazzy della title track. Ovviamente tutto è cantato in finnico e sarebbe splendido capirne il senso, ma…
Qui si parla di magia, e la magia non va spiegata… Capolavoro.

 

Roberto Vanali

Collegamenti ad altre recensioni

MOON FOG PROPHET Taunting tin bells through the memmal void 2002 

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