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SUUK |
1976 |
TTK |
2000 |
EST |
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La allora Repubblica Socialista dell'Estonia godeva ai tempi dell'Unione Sovietica di una certa autonomia e libertà artistica che permise lo sviluppo di una fiorentissima scena Progressive Rock, con gruppi di punta molto apprezzati. Questa condizione felice nello scenario di censura e repressione che caratterizzava il regime comunista di quei tempi comunque non permise a gruppi come i Suuk di pubblicare nulla: ci sono troppi pezzi originali scritti dalla band che sono spesso inespressivi e mancano di contenuto (specialmente per quel che riguarda i testi) … Oltretutto c'è troppa sperimentazione formale … Molto spesso queste band fanno leva sui gusti poco sviluppati del loro giovane pubblico e tentano di raggiungere la popolarità in questo modo … scelgono nomi inadatti e improponibili (Haak, Suuk ecc) … l'amplificazione del suono è troppo potente e la scala dinamica delle canzoni molto limitata …. Con queste parole il Ministero della Cultura Estone bocciava i Suuk e inoltre vietò al loro cantante, Aleksander Müller, di esibirsi in pubblico per il suo comportamento indecoroso. Per fortuna l'Estonia ai giorni nostri è un paese libero e si può permettere di riscoprire questi gruppi di "sovversivi"! E' così che queste registrazioni, che originariamente costituivano la colonna sonora della rappresentazione teatrale "Ashes and diamonds" di Jerzy Andržejeski tenutasi al teatro di Tartu nel 1976, possono finalmente vedere la luce. Scopriamo non certamente una rumorosa band di ribelli, come sembrerebbe trasparire dalle dure parole del Ministero della Cultura, ma un brillante gruppo hard blues psichedelico con qualche guizzo sinfonico. La qualità della registrazione è tutto sommato discreta e l'esecuzione, catturata ovviamente dal vivo, è sanguigna e ruspante. Oltre al già citato cantante la band era completata dal tastierista Jaan Rässa, dal flautista Margus Anderson, dal bassista Urmas Anderson, dai chitarristi Hain Salujärv e Tiit Kööbi e dal batterista Madis Vaha. Come appena accennato la miscela sonora è uno spigliato rock psichedelico con abbondanti parti di Hammond e intriganti inserti di flauto. Le parti vocali a cura di Aleksander Müller sono abbastanza sgraziate a dire il vero, ma si adattano comunque alla potenza della musica. Ma Aleksander non è l'unico cantante ad esibirsi e in qualche occasione troviamo persino una voce femminile, quella di Anne Maasik, decisamente teatrale ma di certo non eccelsa. Le tracce sono in totale 17 e sono tutte molto brevi, oscillando dal minuto risicato ai cinque minuti, con la sola eccezione della traccia di chiusura, "Peer Gynt", di ben 12 minuti, una rocambolesca rielaborazione psichedelica basata sul "Mattino" di Grieg. Si alternano pezzi aggressivi a tracce più meditative, come "Järel valgus ja Palverändur" (La luce e il pellegrino") influenzata dalle oppiacee cadenze dei raga indiani. Fra i pezzi più interessanti segnalo "Blues mesilumest", la seconda traccia, un blues ipnotico con un belle sequenze di flauto e piano. Ancora più bella è la successiva "Nuhtlemine" (Castigo) con un flauto Tulliano e ritmi coinvolgenti. Album tutto sommato consigliato, sia come testimonianza di un passato oscuro ma sicuramente interessante che qualcuno ha tentato di cancellare, sia come opera rivolta agli appassionati di impasti sonori ruvidi impregnati di psichedelia che sanno di muffa, sudore e cantina. A margine segnalo che nel libretto sono contenute le traduzioni in inglese dei testi, oltre all'analisi completa già in parte riportata in questa recensione effettuata dal Ministero della Cultura Estone.
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Jessica Attene
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