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OPENSPACE |
Openspace |
Lynx Music |
2008 |
POL |
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La Polonia sta divenendo sempre più un enorme contenitore di Prog melodico, proprio come i Paesi Bassi, ed il numero di band che sceglie questa forma di espressione è sempre maggiore e sempre abbastanza facilmente questi gruppi arrivano al contratto discografico, magari a discapito della frange più sperimentali, che vengono relegate invece ai margini del mercato. Gli Openspace sono all'esordio e sono giunti al contratto discografico davvero con poche idee ma evidentemente il genere di musica che propongono gli permette di trovare facilmente un po' di considerazione da parte di un pubblico che sembra essere abbastanza sensibile e recettivo verso certe proposte musicali. Notate bene che la mia non vuole essere una critica al prog melodico in generale ma al fatto che una certa sovrabbondanza di gruppi mediocri immessi nel mercato e dediti a questo genere non fa che svilire ed abbassare la media di tale panorama musicale. Gli Openspace definiscono la propria musica "senza barriere" ma dietro questa definizione si cela tanta incertezza e poca voglia concreta di abbattere i confini che separano i generi musicali. E' vero che nell'ambito del loro prog melodico, pesantemente debitore ai connazionali Collage, vengono inseriti di quando in quando riff robusti di chitarra o inserti tastieristici pomposi, come nella prima traccia, che ci fa quasi presagire un album Yes oriented, ma ogni impressione di varietà o di novità viene sempre e comunque subito smentita da una proposta musicale piatta e priva di grossi slanci emotivi. Tanta indecisione si vede anche nella lingua scelta per le liriche che sono in parte in inglese ed in parte in polacco, e l'interpretazione vocale di Marcin Korzeniewski (che si occupa anche delle tastiere) è poco incisiva in entrambi i casi. Spesso si fa fatica a distaccarsi dallo stilema della canzone costruita attorno al ritornello e non basta qualche inserto di tastiere o qualche graziosa melodia a sollevare la media di questo album che giudico nel complesso banale e scontato. L'augurio è che la band si decida presto ad abbattere quelle famose barriere, come si era proposta di fare, e che il pubblico non si faccia abbindolare da queste proposte che al di là dell'apparente piacevolezza e scorrevolezza di certe melodie non contiene nulla di veramente valido.
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Jessica Attene
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