|
CRISTIANO MUSSI |
Tilt |
Musea Parallele |
2008 |
ITA |
|
Cristiano Mussi è un chitarrista autodidatta, cresciuto alimentando una passione verso il blues, il folk ed il prog; ha al suo attivo numerose esperienze ed alcune uscite discografiche autoprodotte, nelle quali ha avuto già modo di far notare il suo talento e di evidenziare il suo amore per diversi generi musicali. Per note biografiche più approfondite, vi rimando alla consultazione del suo sito internet www.cristianomussi.com, dove potrete trovare numerose informazioni ed anche estratti mp3 dai suoi precedenti lavori. Ora concentriamoci su questo nuovo album, interamente strumentale ed ovviamente incentrato sulla chitarra (Cristiano suona per l’occasione anche il basso ed è coadiuvato da Gianni Pilotto alla batteria). In ogni composizione risalta una vena melodica decisamente elegante, che rende l’album scorrevole e che non fa affiorare momenti di stanca. Anzi, questa raffinatezza diventa il punto forte del disco, che si regge sia sull’abilità compositiva che su quella esecutiva di Mussi. Il musicista si destreggia al meglio tra acustica ed elettrica, riuscendo ad ottenere il meglio dalla scarna strumentazione adottata, quasi a dare la prova che per fare un buon disco di prog non è necessario ricorrere a chissà quali artifizi, tra tastiere, elettronica, idee innovative, “effetti speciali” ed una miriade di strumenti. A volte bastano davvero una chitarra e poche note per lasciare il segno… Preme inoltre rimarcare lo splendore della lunga traccia finale “Dicembre”, sorta di minisuite di quattordici minuti, in cui suona anche il bassista Flavio Marini e che rappresenta una piccola magia che emoziona con il suo romanticismo quasi à la Camel e con le atmosfere fiabesche ed è degnissima conclusione di un bel cd da tenere in debita considerazione. Per dare un’idea di quello a cui si va incontro ascoltando l’intero lavoro, potremmo dire che si viaggia su una ideale linea di confine che separa progressive e folk-rock, similmente a quanto hanno fatto artisti del calibro di Dan Ar Bras, Pierre Bensusan e Gordon Giltrap, ma in cui si possono anche intravvedere riferimenti a Mike Oldfield, a Anthony Phillips e alla “fluidità” latimeriana. Si tratta comunque solo di paragoni stilistici, perché la personalità di Cristiano Mussi è molto forte e “Tilt” ne dà ampia dimostrazione!
|
Peppe Di Spirito
Collegamenti
ad altre recensioni |
|