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GRAAL |
Tales untold |
Blood Rock Records/Black Widow |
2007 |
ITA |
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Era il 2005 quando la band esordì con “Realm of Fantasy”, un lavoro autoprodotto, però già distribuito dalla Black Widow. Con questo nuovo lavoro non si discostano troppo dai temi già affrontati, fatti principalmente di hard rock di stampo britannico, modeste intrusioni progressive, lievi tracce di folk e di AOR.
I brani, dieci in totale, si sviluppano su tempi medi di sei minuti con strutture impostate in maniera omogenea, ma sufficientemente varia da non stufare e tenere vivo l’interesse d’ascolto, anche grazie alle ottime capacità di questi ragazzi romani, sia a livello di songwriting, sia per la tecnica esecutiva.
Si discostano dal resto del disco l’anomalo avvio, “Misty Morning” uno strumentale di due minuti scarsi, in un crescendo di atmosfere cameliane e la title track, un folk blues acustico di appena 46 secondi. La maggior parte degli altri brani si sviluppa su tempi quadrati e spesso secchi, con brevi alternanze tra momenti più hard rock e altri dove le tendenze mostrano aspetti più romantici, talvolta pomp-AOR, talvolta più stile ballad. Senza dubbio la strada del gruppo, dovesse stabilizzarsi su queste tipologie musicali, dimostra una vena ben radicata, dove tra le parti cantate più melodiche, quelle chitarristiche, decisamente più spigolose e quelle tastieristiche, facilmente più avvicinabili all’hardprog settantiano, trovano un bell’equilibrio. Più varia, complessa e piena è la minisuite “Last Day” con belle parti vocali e momenti solistici di tutto rispetto, ma anche le successiva “Knife Edge” e “Broken Heroes” dotate di apparato ritmico più articolato e tortuoso, fanno la sua bella figura deviando le trame verso spazi lievemente più progressivi e, la seconda soprattutto, verso uno stile che ricorda certi Kansas.
Tra echi blasonati che vanno dai Purple agli Zeppelin, dai Jethro Tull ai Rainbow, dagli Uriah Heep ai Rush, il disco arriva rapidamente alla sua conclusione con l’acustica ed eterea “Walk Of Clouds”, lasciando nelle orecchie alcuni riffs melodici molto accattivanti e un feedback se non eccezionale, di certo ampiamente positivo, per una band personale e molto preparata.
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Roberto Vanali
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