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VILLEBRÅD |
Ultrarapid |
Transubstans |
2009 |
SVE |
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Vi avevo presentato il debutto discografico di questa band, nel 2006, in maniera abbastanza positiva, portandolo come esempio di Progg svedese genuino che si ispirava alle radici più pure di questo movimento. Avevo parlato di musica istintiva, che faceva scarso affidamento sul lavoro di produzione ma che presentava interessanti elementi sinfonici e psichedelici. Ecco, togliete gli elementi sinfonici, togliete i riferimenti al Progg… e cosa vi rimane? Sicuramente tanta sporcizia e poco più: il sound di questa band è molto ruvido e l'approccio rimane sicuramente diretto ed essenziale, ma il prodotto finale appare poco appetibile ed interessante. In questo album prevalgono gli elementi dark e new wave, epurati però di tutte quelle contaminazioni di cui l'esordio era ricco e che mi avevano fatto vedere delle buone prospettive future. Purtroppo la strada intrapresa dalla band non è stata quella da me desiderata e l'orientamento si è diretto verso qualcosa di più rudimentale. Si tratta di una specie di revival degli anni Ottanta con basi ritmiche regolari, piatte e sintetiche e scarsi voli di fantasia per quel che riguarda le scelte melodiche, pop oriented ed elementari. Non si tratta proprio di un disastro completo e qualche episodio di maggiore pregio c'è, come ad esempio la centrale "Vaknar Aldrig", con i suoi 4 minuti di durata (tutte le tracce sono comunque brevi), che presenta delle ritmiche più movimentate con bei riferimenti ai Landberk e che avrei preferito non si trattasse dell'eccezione musicale dell'album ma della regola generale. E' evidente che io ed i Villebråd abbiamo dei gusti assai diversi. Non che disdegni le soluzioni semplici ed il pop ma a tutto c'è un limite ed una maggiore cura negli arrangiamenti, una maggiore attenzione verso i suoni ed un più profondo lavoro di lima avrebbero messo su un piano diverso un lavoro di questo tipo. Se andate sul sito della band noterete che gli stessi Villebråd amano definirsi "Swedish Progressive Pop" e direi che non c'è niente di male in questa definizione ma mi permetterei di far notare al gruppo che uno stile di questo tipo esige un lavoro più profondo che quello raffazzonato e molto garage che è stato fatto in questo frangente. Alcune idee sono discrete ma non mi fermerei qui, anzi, ricomincerei tutto da capo.
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Jessica Attene
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