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EYE 2 EYE |
After all... |
Musea |
2009 |
FRA |
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Dopo tutto… questo gruppo non è proprio male… anche in questo loro secondo lavoro dimostrano una genuina passione per il Prog d'annata, i soliti Genesis in primis, ma anche i più recenti Marillion e Pendragon. Niente di nuovo sotto il sole dunque… e non voglio certo farvi credere che questi Eye 2 Eye rivoluzioneranno il genere o rispolvereranno gli antichi fasti dei nomi sopra citati; tuttavia, come dicevo, l'entusiasmo che scaturisce da queste otto tracce è palese, pur in presenza di una prestazione non certo impeccabile, a cominciare dal cantante Jack Daly che se la cava bene solo sulle tonalità più melodiche. Insomma, per farla breve, il dischetto in questione è carino anche se niente di che; il gruppo fa simpatia forse anche grazie alle numerose ingenuità che impietosamente le mie casse audio rivelano ma che segnano anche dei punti a favore della sua genuinità. Il gruppo se la cava sicuramente meglio sulle composizioni di durata più elevata: i tre brani che superano i 13 minuti mi sembrano decisamente i migliori del lotto, riuscendo a non girare attorno a se stessi e a sviluppare brani ben strutturati, con belle alternanze tra momenti melodici, assoli di chitarra apprezzabili, cambi di tempo… ma senza perdere il filo del discorso e senza incorrere in forzature nel tentativo di voler comporre un brano di 15 minuti perché nel Prog si fa così. I brani di minutaggio più contenuto risultano per contro un attimo più semplici e lineari, ma non per questo da disprezzare. L'album sembra costituire una sorta di concept, a giudicare dalla presenza di una "Overture" e da una certa consequenzialità delle tracce, ma credo che, più che narrare una storia, esso si limiti a presentare canzoni legate l'un l'altra solo da una logica d'insieme… magari mi sbaglio, ma l'ho capita così. Dopo "One in every crowd", l'album d'esordio del gruppo, datato 2006, questo "After all…" segna un discreto passo in avanti, risultando un piacevole ascolto, poco impegnativo ma non per questo privo di certi momenti di buon livello. In sostanza… piena sufficienza, se la vogliamo mettere così.
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Alberto Nucci
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