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CHARLIE BARNARD |
Hallucinations & delusions |
Skyeyesea |
2009 |
UK |
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Certo, deve essere difficile sopportare la delusione nel ritorno alla realtà dopo un’allucinazione. Pensate, immaginare di essere la reincarnazione di Syd Barrett. Non un tizio a caso, proprio Barrett, capperi! Poi uno si sveglia dalla propria allucinazione ed evidentemente sarà deluso. Credo che la consapevolezza di quanto avvenuto abbia indotto l’autore del disco a dare il titolo a questo disco. Scherzi a parte: Barnard è qui alla seconda uscita ufficiale, ma in realtà queste sono le prime sue canzoni incise e che l’etichetta Skyeyesea ha voluto ripubblicare. Barnard è un giovane inglese e i suoi 25 anni, la sua adolescenza, la sua crescita, li avrà sicuramente passati all’ascolto del grande e problematico Syd, cosicché la sua musica è diventata un tutt’uno con il floydiano originario.
Ovviamente psichedelia (pop psichedelico, per dirla meglio), un paio di chitarre, un po’ di sovraincisioni, la sua voce e i suoi testi, null’altro. Nove brani, un po’ tutti uguali, dall’andazzo mesto, che qui e là lasciano intravedere un po’ di west coast, qualche buon arpeggio, qualche melodia riuscita, qualche nota lunga da non disprezzare, nell’economia degli scarni arrangiamenti. Su tutto lo stile inconfondibile, unico, malato, lacerato e folle di Syd, in una riproposizione che ha il senso che ognuno può ad essa dare. Io credo che al di là dell’interesse d’ascolto dovuto al disco, prima della sua recensione, difficilmente mi sarei avvicinato ad un disco così: occorre una predisposizione mentale e d’animo che probabilmente ho avuto in passato, non più oggi. Per questo credo che il target di questo disco sia il coetaneo dell’autore, circondato da problemi più irreali che reali, allucinazioni, appunto. Poi ci si sveglia, si cresce, si comprende che l’adolescenza non è il problema, ma semplicemente il catalizzatore e allora delusioni, sì il titolo è azzeccato.
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Roberto Vanali
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