Home
 
VOX NOSTRA Anima Le Beau 2009 FRA

Anche se questo album proprio non dovesse piacervi, sono sicura che in qualche modo vi rimarrebbe impresso: si tratta di un'opera troppo particolare per passare inosservata. Già l'idea di un gruppo francese che canta in latino appare di per sé abbastanza curiosa, se poi aggiungiamo il fatto che le parti vocali sono costituite da sgargianti cori in stile kobaiano si profila un quadro musicale piuttosto bizzarro. E in effetti qualche legame con i Magma, scavando nei curricula di questi artisti, lo troviamo: il chitarrista Jean-Claude Delachat ed il tastierista e cantante, nonché compositore, Pierre Minvielle hanno infatti ha aperto i concerti dei Magma, negli anni Ottanta, con la band Zeuhl degli Eider Stellaire. Questo particolare evidenzia dei punti di contatto con i Magma, ai quali è proprio difficile non pensare, specialmente quando ci si focalizza sulle parti vocali. Ma questo è solo un aspetto, anche se non secondario, della musica di questa band. I cori sono imponenti e teatrali, risultano molto enfatici, soprattutto grazie alla lingua latina e al loro carattere liturgico. Costanti sono infatti le tematiche sacre e lo stile stesso vagamente ci fa pensare ai canti gregoriani. Le voci che si intrecciano sono 4: quelle del già citato Pierre Minvielle (baritono), di Roxane Terramorsi (mezzo soprano), di Marie-Suzanne Lacroix (alto) e infine del tenore Laurent Levy. Le atmosfere sono in generale cupe, dal sapore esoterico e spesso incombenti e solenni. L'impianto sonoro da parte sua è spesso snello, dominato dal piano che costantemente si intreccia ai cori contrappuntandoli, e di rado presenta dei veri e propri guizzi strumentali con belle aperture jazz. In generale il lavoro strumentale è piuttosto ricercato ma al centro della scena rimangono comunque gli intrecci vocali. Nei momenti più concitati possiamo leggere riferimenti agli stessi Magma ma anche ai Minimum Vital, come si può apprezzare ad esempio in "Santus". Riferimenti alla musica classica ci portano invece a Ravel e naturalmente ad Orff. La traccia di chiusura, "Litanie", è fra quelle più interessanti dal punto di vista musicale, e presenta una bella varietà di ritmi e di passaggi briosi che spezzano un po' il ritmo forse troppo spesso monotono dell'album. Molto bello è il lavoro svolto Jean Claude Delachat con la sua chitarra graffiante che opera nel cuore dell'architettura delle composizioni, irrobustendole e donando loro energia, senza mai prendere il sopravvento. La formazione dei Vox Nostra è completata inoltre dal flauto di Sophie Le Coq-Cochard che abbellisce le frasi musicali in maniera discreta. Sicuramente si tratta di un album originale e particolare che presenta un suo fascino, con caratteristiche che lo possono rendere apprezzabile sia ad un pubblico kobaiano che ai profani dei Magma che non amano soluzioni strumentali troppo esasperate.


Bookmark and Share
 

Jessica Attene

Italian
English