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JESETER |
Slavnost pro jednoho |
autoprod. |
2007 |
CZE |
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Mi sono imbattuta in questo CD per caso, girando per la rete. La prima cosa che mi ha colpito, ascoltando i sample audio messi a disposizione sul loro sito, č stata la voce di David Tobiasz, tremendamente somigliante a quella di Lešek Semelka, cantante degli storici Modry Ekfekt. Di cloni dei Genesis se ne trovano a bizzeffe in tutti gli angoli del globo, ma un gruppo prog contemporaneo ispirato ai Modry Efekt non č proprio cosa di tutti i giorni. Ho quindi acquistato dal sito della band, senza pensarci due volte, questo album che rappresenta anche il loro esordio discografico. Ho scoperto con piacere che le somiglianze con il gruppo di Radim Hladík, non si limitano soltanto al cantato (che č in ceco), ma riguardano anche in generale lo stile musicale. Certo, non troviamo quella ricchezza e quella genialitŕ del gruppo di riferimento, ma il risultato non č affatto da disprezzare. Sono presenti belle tastiere vintage, con riferimenti anche verso i Synkopy, composizioni ampie, con un grazioso sviluppo delle linee melodiche che appaiono anche abbastanza fantasiose. Forse il sound č un po’ troppo scarno e l’elemento piů debole č rappresentato dalla batteria di Lukáš Krejčí che in certi frangenti svolge il suo compito forse in maniera un po’ troppo accademica, ma nel complesso le canzoni che ci vengono presentate sono godibili e di discreta fattura. Fra i pezzi migliori segnalo “Sukuba”, che č anche quello piů lungo (12 minuti circa), che si fa notare per la sua complessitŕ compositiva che ci svela uno stile abbastanza personale ed incisivo. Le parti piů deboli appaiono quelle piů rilassate e lente, come l’attacco di “Touha po vzdálených obrazech”, la traccia di apertura, che inizia in maniera un po’ fiacca per poi esplodere con l’andare dei minuti, quando i musicisti si lasciano andare, mettendo in evidenza le proprie doti tecniche. Viene quasi da pensare che con questo esordio il gruppo non abbia voluto tirare troppo la corda e abbia preferito proporre un prodotto un po’ al di sotto delle proprie possibilitŕ, evitando di strafare ed appesantire troppo i pezzi ma questo CD č comunque pieno di cose belle che se magari fossero state valorizzate maggiormente avrebbero potuto fare davvero la differenza. Questi sono aggiustamenti possibili grazie all’esperienza e sono certa che il prossimo lavoro dei Jeseter lascerŕ davvero il segno. Attendo quindi con ansia un secondo CD e intanto mi godo questo che non č niente male.
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Jessica Attene
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