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GARYBALDI |
Note perdute |
AMS Records |
2010 |
ITA |
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I genovesi Garybaldi sono stati sempre un gruppo molto apprezzato dagli appassionati di progressive italiano degli anni ‘70. I due album classici “Nuda” e “Astrolabio” hanno fatto scuola con quel misto di hard rock, psichedelia, prog e blues e con quella chitarra hendrixiana infuocata e travolgente. Proprio lo stile con cui si proponevano permetteva loro di essere apprezzati anche nella dimensione live e nei memorabili raduni di quell’epoca erano spesso presenti. Uno dei festival più celebri a cui parteciparono fu quello del Be-In a Napoli nel luglio 1973. A distanza di parecchi anni, nel 2006, il chitarrista e leader Bambi Fossati riceve per posta un pacchettino senza indicazioni che si rivela una gradita e inattesa sorpresa, visto che conteneva una registrazione di quella esibizione, realizzata probabilmente da qualcuno presente tra il pubblico e che è rimasto anonimo. Quest’episodio ha dato il la alla realizzazione dell’album “Note perdute”, che fondamentalmente è una raccolta di inediti. Ovviamente il piatto forte resta il fatto che per la prima volta e per la gioia dei numerosi amanti dei Garybaldi e del prog italiano possiamo così ascoltare due brani live degli anni d’oro e cioè estratti delle due lunghe composizioni presenti su “Astrolabio”, “Madre di cose perdute” e “Sette?”, che confermano tutta la verve che il gruppo riusciva a trasmettere. Particolarmente interessante anche “Harold”, registrato nel 1972, nelle stesse sessions di “Nuda”, che conferma lo straordinario momento di creatività che attraversava la band, grazie ad un riuscito mix di tracce psichedeliche, heavy prog e persino di rock sinfonico con un estratto de “Il Nuovo Mondo” di Dvorak, il cui tema è condotto da un violino. Ma tutti i pezzi presenti meritano attenzione, a partire dall’intrigante “Il volto stanco della gente”, risalente al 1969 e che fu registrato nello stesso periodo in cui si preparava l’album dei Gleemen, fino a dei brani datati 1998 e caratterizzati da un vibrante e diretto hard rock, tra i quali spicca una graffiante rielaborazione del vecchio singolo “Marta Helmuth”. Per la promozione di “Note perdute” le cose sono state fatte in grande, a partire dallo splendido artwork, grazie ad una copertina apribile in tre parti e agli splendidi disegni di Matteo Guarnaccia. L’album è inoltre uscito in diversi formati (persino su vinile colorato e in un box disponibile in sole 24 copie, ognuna delle quali contiene una tavola di un fumetto di Guarnaccia) e segnaliamo che nelle versioni in cd c’è anche un DVD, intitolato “Vicino in un momento”, che è un documentario sull’attività della band, con testimonianze dei musicisti e di Riccardo Storti, del Centro Studi per il Progressive Italiano di Genova, molto interessante e ricco di aneddoti, anche se è un peccato che i filmati d’epoca siano abbastanza limitati.
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Peppe Di Spirito
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