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DEFORMICA |
Paramo |
Viajero Inmovil |
2010 |
ARG |
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Con il loro secondo album gli argentini Deformica continuano al meglio il discorso intrapreso qualche anno fa con “H”. Due chitarre elettriche, tastiere dai timbri caldi (Rhodes e Hammond), basso e batteria, ma anche fiati suonati da ospiti per una proposta interamente strumentale e stracolma di reminiscenze crimsoniane… La durata del cd, così come quella delle otto tracce che lo compongono, è abbastanza contenuta, cosa che permette al lavoro di non essere troppo dispersivo. Fantasia e tecnica si uniscono in una serie di brani di ottima fattura in cui gli echi di “Larks’ tongues in aspic” e “Sailor’s tale” vengono indirizzati verso un jazz-rock tutt’altro che manieristico e che talvolta rispolvera l’epopea canterburyana, indurendo, di tanto in tanto, ritmiche e riff chitarristici. Tutte le composizioni sono gustosissime e imprevedibili: gli stacchi inaspettati si susseguono in continuazione e così, tra accelerazioni improvvise, momenti solistici agili e fluidi, riff aggressivi e intrecci strumentali che portano in evidenza la preparazione e l’affiatamento dei musicisti, l’ascolto scorre via godibilissimo, regalando in continuazione sequenze davvero avvincenti. La capacità dei Deformica di cambiare continuamente direzione, di spingersi in esecuzioni di una certa difficoltà e di risultare, al contempo, perfettamente fruibili per chi ama certe sonorità, può indirizzarci anche verso un altro paragone importante, mettendo in ballo quei Gentle Giant che hanno sempre avuto le caratteristiche appena elencate. Se già con il loro esordio la band ci aveva colpito favorevolmente, siamo lietissimi di constatare come “Paramo” costituisca un bel passo in avanti, che, oltre ad incrementare la già soddisfacente qualità musicale, lascia ben sperare che il futuro ci regali nuove delizie sonore.
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Peppe Di Spirito
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