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ELECTRIC ORANGE |
Netto |
Sulatron Records |
2011 |
GER |
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Che cosa aspettarsi dall’ultima pubblicazione dei teutonici Electric Orange? La band ha al suo attivo ben dieci album, in cui emerge tutto l’amore per il Kraut e la psichedelia. “Netto” è l’ultimo album datato 2011, che trasporta l’ascoltatore indietro nel tempo attraverso nove composizioni, per un totale di ottanta minuti, nei meandri più oscuri della musica. Le soluzioni proposte, non fanno quindi solo riferimento a viaggi spaziali o galassie lontane, ma anche ad abissi profondi e ben più terreni. Un breve ronzio apre le danze in “Polizysten”, le tastiere disegnano un paesaggio lugubre squarciato dalla chitarra. Lo Hammond segue a distanza le evoluzioni ribollendo nel sottofondo, chitarra e basso cercano di riportare il tutto ad un unico filo conduttore, in attesa di un’esplosione che non avverrà mai. Si cambia registro con “Basslochner” composizione breve dettata dalle percussioni e dalla batteria, in sottofondo rumori e loop elettronici. “Fluff” è forse tra i brani più melodici, dal retrogusto Floydiano. L’atmosfera si fa meno opprimente e questa volta è il Mellotron a dettare legge. Si cambia nuovamente con “Perpetum Mobiliar”, brano ripetitivo e squilibrato, in cui la chitarra prova a ritagliarsi qualche spazio in una sorta di danza infernale dettata dalle tastiere. Il giro di boa avviene proprio con “Netto”, dove le sfuriate acide di chitarra e tastiera vanno via via dissolvendosi in soluzioni eteree dettate dal Mellotron. “Supptruppen” richiama i Pink Floyd di “A Saurcefull... ” nelle soluzioni proposte dallo Hammond su cui si appoggia una chitarra dilatata, in un proseguo senza soluzione di continuità in “Auslauf” e “Zeitherser”. “Raumschaf” è quindi la summa conclusiva degli spunti “spaziali” che la band esprime nell’album. Rispondendo quindi alla domanda posta all’inizio della recensione, “Netto” si configura come l’ultima dichiarazione d’amore che la band fa al Krautrock, oltre che una prova onesta. L’unico appunto che può essere fatto sta forse nell’eccessivo minutaggio del lavoro, che tende a spezzare l’ascolto in più momenti, Questo tuttavia non va ad inficiare più di tanto su un album che troverà negli amanti del Kraut una buona pubblicazione.
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Roberto Cembali
Collegamenti
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ELECTRIC ORANGE |
Fleischwerk |
2005 (Sulatron Records 2008) |
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