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SH.TG.N SH.TG.N Moonjune 2012 BEL

"Heretic Neo-Medieval-Carnival-Folk-Metal-Jazz-Rock-in-Opposition"!
Wow! Questo è il genere conclamato dalla band belga Sh.Tg.N (acronimo di ShotGun)!
Gli SH.TG.N sono nati dalle menti leggermente disturbate di un manipolo di musicisti, chiamati alla missione di far saltare in aria i propri strumenti una volta per tutte in unica mistica frenetica ritmica esplosione. La mistura tossica estratta ha dissolto i confini concreti fra generi come il metal, jazz e la musica classica contemporanea”. E questo è il loro programma apertamente dichiarato direttamente sul loro sito web ufficiale.
Che dire non gli mancano certo le ambizioni! Ma saranno riusciti nel loro intento? Avranno creato questo fantasmagorico nuovo genere musicale?
Ovviamente è evidente un certo sarcasmo e dell’ironia dietro certe affermazioni, ma stiamo al loro gioco e parliamone.
Presentiamo innanzitutto i nostri simpatici e temerari amici: la band è guidata da una vecchia conoscenza Moonjune ovvero il tastierista Antoine Guenet, membro del gruppo jazz rock The Wrong Object. Ad accompagnarlo il vibrafonista Wim Segers, il bassista Dries Geusens, il batterista Simon Segers e lo spericolato cantante Fulco Ottervanger.
Passiamo quindi al disco: ben più che evidente l’obiettivo è quello di volerci stupire, di voler esagerare e di non voler porsi limiti. La band sicuramente sa suonare e sa districarsi in più contesti musicali con sbruffonaggine e sicurezza nei propri mezzi. Sicuramente c’è del Metal, del Jazz, del RIO, qualche sprazzo di Folk, Carnival? Boh! E dai, perché no, passiamogli anche l’heretic neo medieval per via di un attitudine “No Politically Correct” e di atmosfere vagamente medioevali.
Tuttavia alla fine cosa è questo disco? che ci rimane di questo schizofrenico guazzabuglio musicale? É forse questo il problema maggiore. Non mancano momenti esaltanti di psicotico jazz rock contaminato con RIO, folli istrionismi, tanto e violento hardcore. Il tutto è amalgamato abbastanza bene con una forte dose di cinico humor che rende più credibile la mistura. I momenti migliori sono i primi e gli ultimi brani, in cui la band riesce a trovare un equilibrio senza rimanere troppo schiavi delle loro intenzioni.
Nei brani centrali la band perde ogni freno inibitorio e si lascia andare ad Metal sperimentale, urlato, violento in cui si cerca di adattare gli stilemi del Free Jazz al Metal. Fulco Ottervanger abbandona senza remora ogni forma ortodossa di canto e urla, sbraita, rigurgitando parole su parole.
Ottimo il lavoro al vibrafono di Wim Segers, che riesce ad integrarsi perfettamente in tutte le spericolate manovre musicali della band, dando un tocco delizioso di perversa innocenza.
É davvero inutile cimentarsi nel cercare tutti i riferimenti musicali, perché in questo calderone c’è volutamente tutto è il contrario di tutto.
Gli Sh.Tg.N hanno sicuramente personalità da vendere e non hanno certo voglia di scendere a compromessi! Però è proprio il timore di venir meno alla loro programmatica liberta musicale che li limita.
Sono riusciti a dissolvere con la loro pozione tossica le barriere tra jazz, metal e musica classica?
Forse sì.
Mi piace cosa ne è uscito fuori?
... nì!
Non c’è dubbio che hanno suscitato in me interesse, le singole portate all’apparenza sono tutte molto gustose e saporite, ma poi ci accorgiamo che queste sono sovraccariche di condimenti per mascherare difetti evidenti e a fine pasto ci lasciano un senso di disturbo e di insoddisfazione. E dire che ho lo stomaco abbastanza forte!



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Francesco Inglima

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