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ENCHANT |
Wounded |
Inside Out |
1996 |
USA |
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Dopo una fugace apparizione, i californiani ENCHANT escono dalla scuderia Magna Carta (che aveva ristampato il loro primo lavoro, oltre ad averli ospitati in un paio di tributi), lasciatemi fare un'illazione su questo fatto: anche quest'etichetta, vituperata da una parte del pubblico progressivo per le proprie produzioni un po' al limite del rock Prog, avrà pur sempre un minimo sotto il quale preferisce non andare in tal senso. Ecco che, una volta ascoltata questa seconda produzione da parte del gruppo in oggetto, probabilmente è stato deciso di non farne di niente. Come dar loro torto? "Wounded" ci presenta una musica che di Prog sinfonico, sia pur hard Prog, non ha molto. Qui si parla essenzialmente il linguaggio del rock americano, fatto bene, ma a dir il vero senza molta inventiva a livello compositivo. Non credo che sia tutta colpa dell'assenza di Steve Rothery nel ruolo di produttore, ma i 9 brani di quest'album soffrono per lunghi tratti di una mancanza di fantasia e di incisività allarmante... ma soprattutto (per quel che ci riguarda) mancano le attrattive per invogliare qualcuno che di solito ascolta Prog a spendere i soldi per questo prodotto...
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Alberto Nucci
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