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VV.AA. |
Family Snapshot - A tribute to Genesis solo careers - Peter Gabriel |
Mellow Records |
2013 |
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Come ripete e fa notare spesso Mario Giammetti (responsabile da oltre vent’anni della fanzine Dusk, giornalista e musicista negli Algebra), nessun gruppo come i Genesis ha sfornato tanti musicisti autori di una carriera solista ricca di dischi che per qualità o successo commerciale sono tenuti in enorme considerazione. E deve essere in considerazione di questo fatto che la Mellow Records, dopo aver già omaggiato la band con “The river of constant change” nel 1995 lancia adesso un progetto in cui ad essere tributati saranno Peter Gabriel, Steve Hackett, Anthony Phillips, Tony Banks, Mike Rutherford, Phil Collins e Ray Wilson. Inizialmente doveva uscire un triplo cd, ma poi la scelta della label è stata quella di puntare sulla pubblicazione in diverse fasi temporali di tre prodotti distinti. Il primo di questi è dedicato a Peter Gabriel e si presenta con la bella grafica di Davide Guidoni, che trae spunto dall’artwork di alcuni celebri dischi del cantante. In circa settantasette minuti, sono quattordici i brani presenti, interpretati da altrettanti artisti, principalmente italiani. Praticamente tutti cercano di “personalizzare” le composizioni in cui si cimentano, così se i Quarkspace, i Goad e i TNR tendono a rendere più o meno “acide” le loro versioni di “Exposure”, “Biko” e “Lay your hands on me”, gli Armalite offrono una versione più sinfonica (oserei dire genesisiana) di “White shadow”, anche se ad un certo punto, verso la metà, il brano riesce magicamente a trasformarsi nella “Kashmir” dei Led Zeppelin. Discorso simile per i Coral Caves con “Here comes the flood”, vicina ad un rock romantico con piacevoli inserti di chitarra acustica e flauto e per Tommy Eriksson che con “Red rain” ripropone un sound caro non solo ai Genesis, ma anche al suo gruppo Ageness. Interessante anche il crescendo rock di “Secret world” ad opera di Graziano Romani. Tra le curiosità, una piacevole “Wallflower” ad opera di Alessandro Serri (che ricordiamo per le esperienze con Eris Pluvia e Ancient Veil), è aperta dalla celebre introduzione pianistica di “Firth of Fifth”, mentre “Father, son” è eseguita da Randone, che ha puntato su una versione cantata in italiano su un suo testo. Un po’ più anonime, infine, le versioni di “Solsbury hill” dei Gandalf’s Project e di “Blood of Eden” dei Pistac. Le perle: “Mother of violence”, intimista e malinconica, di un sempre più affermato Maurizio Di Tollo; “Don’t give up”, magistrale anche nell’esecuzione di Pierpaolo Bibbò (coadiuvato dalla bravissima Silvia Ciudino, che non imita Kate Bush, ma presta la propria vocalità in maniera originale); una spettacolare “Sky blue”, ad opera di Periplo di Luca Scherani, ricchissima di colori timbrici (due violini, flauto, tastiere di ogni tipo, strumenti esotici, ecc.) ed emozionante nel suo incedere lento tra tentazioni world e orchestrazioni classicheggianti. Ennesimo tributo ben curato, quindi, per la Mellow Records ed ennesimo acquisto obbligato per gli appassionati della musica di Peter Gabriel e per i collezionisti di tutto, ma proprio tutto, il materiale legato al mondo dei Genesis. In realtà, un bel disco per qualsiasi amante di buona musica.
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Peppe Di Spirito
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