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FIVE-STOREY ENSEMBLE Not that city AltrOck 2013 BLR

Se dovessi dire le mie band preferite degli ultimi 10 anni, sicuramente uno dei nomi sarebbe quello dei Rational Diet, band bielorussa di chamber rock che con il disco omonimo del 2007, "At Work" del 2008 e "On Phenomena and Existences" del 2010 ha realizzato dischi strepitosi che ogni appassionato del genere dovrebbe avere. Mentre i primi due dischi erano caratterizzati da uno rock cameristico trascinante, devastante senza scendere a compromessi, l'ultimo album aveva denotato la volontà da parte della band di esplorare nuove soluzioni, lievemente più melodiche e meno intransigenti. Per questa ragione la notizia dello scioglimento della band mi aveva sconfortato, immediatamente consolato dalla successiva notizia della nascita dalle ceneri dei Rational Diet di due band: Archestra e Five-Storey Ensemble. La prima comprendente la sezione di archi della band capitanata da Kirill and Nadia Krystia, la seconda invece con Olga Podgajskaja a guida di un ensemble molto numeroso tra le cui file sono presenti gli ex compagni, Vitaly Appow (fagotto e sassofono), Dimitry Maslovsky (basso) e Nikolay "Gumberg" Semitko (batteria).
Pur figlie della stessa madre, le due band sono molto diverse fra loro. Integralisti e senza compromessi gli Archestra propongono un RIO cameristico portando all'eccesso la proposta di “At Work”. Esploratori di soluzioni sonore nuove continuando la via già intrapresa in "On Phenomena and Existences" i Five-Storey Ensemble: “Not That City”, l’album in questione, è appunto il loro disco d’esordio.
Questa neonata band è principalmente un progetto della cantante e pianista Olga Podgajskaja autrice di quasi tutta la musica presente sull’album, ma da non trascurare è anche il contributo notevole del fagottista Vitaly Appow.
Oltre ai membri ex-Rational Diet troviamo anche i componenti dei Fratrez, band bielorussa minimalista e d'avanguardia, e tra i guest troviamo gli stessi ex compagni “ribelli” Kirill and Nadia Krystia.
In “Not That City”, se comparata agli standard dei Rational Diet, la musica si fa più “lineare” e “melodica”. Come scrivono anche nelle note la band si è voluta focalizzare su brani più semplici, fatti più col cuore e con le emozioni, piuttosto che scrivere pezzi eccessivamente cervellotici e sovra-strutturati per soddisfare le loro vanità. Detto ciò la band è sempre figlia dei Rational Diet e non li rinnega. Si parla quindi, sempre di musica mai banale, con strutture complesse al limite dell’ardito e ricca di contenuti e che trovano nei 10 minuti elegiaci e deliranti di “Condemned” l’esempio più eclatante; una musica figlia della formazione classica dei componenti della band; una musica figlia della grande tradizione sovietica del ‘900 a partire da Stravinsky e Shostakovich fino ad arrivare alla musica contemporanea più d’avanguardia e minimalista. Non mancano i rimandi più folk e le influenze minimaliste. Gli archi graffianti e aggressivi dei precedenti lavori passano in secondo piano, mentre a prendersi la scena sono il piano e i fiati capitanati dal fagotto di Appow che rendono la musica un po’ più fluida e levigata. Come ennesima differenza rispetto ai dischi dei Rational Diet (in particolare l’omonimo e “At Work”), questi hanno grande spazio sul disco. Le voci, quella femminile da soprano di Olga e quella maschile del tenore Sergey Dulgushev, cantano poesie del poeta d'avanguardia bielorusso Alexander Vvedensky, che morì dopo il suo arresto per la sua attività contro il regime comunista nel 1941.
Si alternano e si mescolano e trovano in pezzi come "The Incommunication" e “Yesterday Dormant” la loro espressione più sublime e conferendo all’album un gusto molto retrò quasi operistico e alle volte quasi spirituale.
A valle di tutto ciò possiamo affermare, che i Five-Storey Ensemble non sono i Rational Diet. Il passo intrapreso è stato notevole. Anche chi aveva trovato troppo ostici i lavori precedenti di questo musicisti bielorussi ha adesso una nuova chance di apprezzarli sotto un’altra veste. D’altro canto qualche fan più talebano potrà storcere il muso, ma personalmente poco mi importa.
Per quanto mi riguarda, se siano meglio o peggio non saprei dirvelo e nemmeno mi interessa tanto capirlo, vista la diversità delle proposte. Io, dall’ascolto di “Not That City”, ne esco estremamente confortato, ritrovando i musicisti che tanto ho apprezzato in passato al pieno delle loro capacità compositive. Supporto quindi pienamente e senza rimpianti il percorso intrapreso: il nome sarà cambiato, la musica pure, ma la qualità assoluta di Olga & Co. assolutamente no.



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Francesco Inglima

Collegamenti ad altre recensioni

RATIONAL DIET Rational diet 2007 
RATIONAL DIET At work 2008 
RATIONAL DIET On phenomena and existences 2010 

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