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CAMERATA MEDIOLANENSE |
Campo di Marte |
MyCastle |
1996 |
ITA |
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I Camerata Mediolanense per parte loro hanno trovato la loro autentica identità non soltanto in temi di approccio stilistico e codici espressivi, ma di cultura e tradizione, nel richiamarsi alle più valide, anche storicamente parlando, essenze delle origini. Già la loro denominazione tradisce quel tono tipicamente nostalgico che risulta caro a chiunque rimanga affranto dalle contraddizioni di un alienante mondo quotidiano. Dopo il debutto "Musica riservata", peraltro apprezzabilissimo, il nuovo "Campo di Marte" rappresenta un deciso e logico passo in avanti, l'opera della conquistata maturità artistica, regalandoci atmosfere carezzate da armonie auliche intrise di leggenda, ma non prive di livore marziale e virile possanza. Tralasciata certa malinconica vena gotica presente tra i solchi dell'esordio, la formazione meneghina compila la propria dichiarazione d'intenti programmatici con una scrittura affascinante che non lascia dubbi d'interpretazione: sono gli emblemi della scienza sacra ad essere rievocati con trame lirico-percussive che risuonano come rituali pagani officiati per propiziare il trionfo della luce sulla tenebra, dello spirito sul corpo, dei valori eterni sulle correnti mutevoli, dell'armonia sull'odierno caos.
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Alberto Santamaria
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