Un gruppo prog francese che non stampa per la Musea? Ciò può voler dire due cose: o i PHAESIS si sono trovati a qualche contrasto con la casa di Metz, o quest'ultima non ha reputato degno di pubblicazione questo loro terzo CD, che appare a ben 5 anni di distanza dal precedente "Labyrinthe". Dopo l'ascolto dell'album, mi sbilancerei verso la prima ipotesi, semplicemente sulla base della considerazione che "Hero" non è poi peggiore di molte delle produzioni della veterana casa francese. Da qui a dire che si tratta di un capolavoro, o anche semplicemente di un acquisto raccomandato, comunque ce ne corre. "Hero" si limita ad essere un disco gradevole come lo sono la gran parte dei dischi progressive di media caratura che affollano il mercato: può affascinare con le sue atmosfere sinfonico-spaziali, può piacevolmente ricordare i vecchi lavori di Eloy o Pulsar (nonché di qualche esponente della scuola francese tipo Mona Lisa), ma raramente - e non sarebbe sbagliato dire mai - riesce a colpire con qualche trovata fuori dall'usuale. Sarà il suo incedere perennemente rallentato (talvolta anche i breaks sembrano muoversi alla moviola), sarà che i cantati sono tutti impostati alla stessa maniera, ma si ha davvero l'impressione di ascoltare lo stesso brano dall'inizio alla fine. Ma la mancanza di fantasia è purtroppo un elemento ricorrente nel panorama progressivo, e quindi non colpevolizziamo i PHAESIS per difetti che sono comuni a molte altre produzioni del genere.