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INFERO |
Severe |
Blood Rock Records |
2014 |
USA |
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Questa degli Infero sembra proprio una storia acida, giovanissimo trio di Cleveland che si cimenta in un progressive rock piuttosto criptico dalle tinte dark horrorifiche… “Severe” è di fatto il loro vero e proprio esordio, preceduto da un omonimo EP su 12” ed uno split su cassetta con il giapponese Takahiro Mukai: gli Infero da buoni progressivi sembrano prediligere il formato analogico ed infatti il secondo album prodotto dalla misteriosa Hjuj'd Tyrusgr “Spirit From Blood Sight” è al momentostampato esclusivamente su un vinile rosso sangue in tiratura limitatissima di trecento copie, se pensiamo inoltre che la prima stampa di “Severe” passa attraverso un’economica ed obsoleta cassetta in tiratura di cento copie ci sembra quasi superfluo il supporto in digitale prodotto dalla Bloodrock Records, l’etichetta gemella della Black Widow, con una tiratura di ben cinquecento copie! Ironia a parte, il progressive rock catacombale degli Infero meriterebbe di guadagnare un minimo di notorietàattraverso una distribuzione più regolare specialmente per i tanti cultori di sonorità e sensazioni oscure, ma al momento dubito che gli Infero possano sollevarsi dalle cripte dell’underground… ma in fondo è meglio così perché questo tipo di musica, nelle sue forme migliori, scaturisce in gran parte attraverso determinate e particolari condizioni produttive…. La durata di “Severe” è poco più quella di un Ep, solo mezz’ora, ma l’intensità della musica compensa bene la sua brevità… La qualità del suono è più che soddisfacente, il mastering è stato affidato addirittura a Dan Swanö uno dei personaggi chiave del metal svedese (con diverse filiazioni prog): la musica di “Severe”, in larga parte strumentale, sembra avvolta in una cappa di nebbia mefitica, l’ambientazione ideale per un gruppo la cui attitudine è prevalentemente quella di estendere le suggestioni di un particolare tipo di progressive sinfonico e crepuscolaread una dimensione più cupa a tratti sperimentale e malata, talvolta aggressiva ma anche psichedelica. “Severe” evoca paesaggi progressivi in maniera piuttosto frenetica senza disdegnare passaggi free-form cacofonici: la costante presenza di un Fender Rhodes (almeno nel suono… le note di copertina scarseggiano) dona all’insieme del cd un retrogusto fusion talvolta quasi canterburiano, anche se le ispirazioni primarie sono vicine ai King Crimson più ostici del periodo ’73-‘75 con relative derivazioni scandinave più tetre e recenti, ma anche i nostri Goblin e gli Areknamés per diverse analogie di intenti… Buona la prestazione strumentale dei tre Infero, per quanto i pezzi siano abbastanza intricati ed energici il gruppo sembra più incline all’evocazione di atmosfere cariche di tensione e paranoia senza calcare troppo la mano nella ricerca di arrangiamenti fine a se stessi o d’ingombranti orpelli barocchi; nel paio di brani cantanti, con una voce devastata al limite del collasso, gli Infero si avvicinano quasi al più scarno indie rock americano, con diversi elementi math-rock che si percepiscono un po’ per tutto il disco ma che troveranno maggiore realizzazione insieme alle vocals sul secondo album “Spirit From Blood Sight”. La dimensione “dark” degli Infero è più intellettuale e cerebrale della media del genere, scarseggiano gli ammiccamenti al gotico più stereotipato quindi anche per questo “Sever” è molto più coinvolgente ed inquietante di altri prodotti…. Un bel piccolo cd che serve come ottima introduzione per il più rutilante e relativamente metallico ma altrettanto progressivo “Spirit From Blood Sight”.
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Giovanni Carta
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