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CHARISMA Charisma King Record co. 2015 JAP

Questa è una storia che inizia tanti anni fa, quando il chitarrista Mutsuhiko Izumi, siamo nel 1974, forma una band assieme ai suoi compagni di scuola chiamandola con un nome un po’ strano per il Giappone di quei tempi: Charisma. E ancora più strano doveva sembrare alla gente di Kansai ascoltare la loro musica, visto che in quell’area non se ne vedevano tanti di gruppi rock. Furono soprattutto le impressionanti capacità tecniche di Izumi a rendere celebri i Charisma che ebbero tra l’altro una rapida crescita artistica grazie all’apporto di musicisti molto preparati che ne rafforzarono significativamente la line-up. Purtroppo già nel 1976, senza aver pubblicato alcun album, la band inizia man mano a sfaldarsi, a partire proprio dall’abbandono del suo fondatore che lasciò la sua creatura per dedicarsi a tempo pieno allo studio teorico della musica. Izumi è ricordato attualmente per aver realizzato le colonne sonore di alcuni celebri video-games ma il primo amore, si dice, non si scorda mai ed ecco che nel 2008, come se nulla fosse accaduto, i Charisma tornano a suonare assieme fino ad arrivare, nel 2015, alla pubblicazione del loro primo album, quello che una quarantina di anni fa non riuscì a vedere la luce.
La line-up attuale comprende, oltre a Izumi che ormai tutti conoscete, altri tre membri storici. Fra i loro nomi ce ne è uno in particolare che ha catturato subito la mia attenzione e cioè quello del tastierista Hiroshi Takayama. Si devono proprio a costui gli arrangiamenti orchestrali di un grandissimo album come “Dirge”, capolavoro dei Mr Sirius pubblicato nel 1990. Se avete ben presente quel bombastico sfoggio di sinfonicità sfolgorante e tecnica, comprenderete subito come mi sia sentita incoraggiata all’acquisto di questo CD e come, allo stesso tempo, si siano formate nella mia mente aspettative piuttosto calibrate in alto. Bene, se da una parte qualche vaga somiglianza si sente, diciamo subito che il livello, rispetto a quell’eminente punto di riferimento, è più basso. Non bisogna guardare in quella direzione insomma, anche se i ragazzi, è bene dirlo, ci sanno fare. Tecnica e precisione sono due doti comuni a molti musicisti giapponesi ed i Charisma non ne sono affatto sprovvisti. La valanga sonora che si srotola potente con “Expo”, siamo alla seconda traccia, ne è una dimostrazione oggettiva. A guidare il ritmo c’è una sezione ritmica impetuosa e chirurgica con Hiroyuki Kondo al basso e Kozo Suganuma alla batteria. Entrambi si avvalgono di suoni decisi che fanno da traino a un impianto tastieristico importante e dai tratti soft fusion, ma soprattutto ad un ricercato e variegato lavoro di chitarra. Questa traccia appare decisamente interessante per il suo impeto strumentale.
I Charisma riescono davvero a stupirci quando ricorrono ai loro artifici tecnici e una traccia come “Hikosen” (si narra che un tempo fosse un vero e proprio cavallo di battaglia per il gruppo) denota una grande personalità. Le tastiere notturne, le chitarre Frippiane, i cambi di tempo, le accelerazioni, gli strani scenari a cavallo fra space e fusion la rendono nel suo insieme piuttosto particolare. Una tale sfrontatezza e tutta questa grinta forse non si percepiscono altrettanto bene nel corso dell’album che abbonda di esecuzioni perfette e mozzafiato a volte però dal sapore piuttosto scolastico ed artificioso. Quando poi è il momento di affidarsi alla sola forza della melodia non posso affermare che la musica dei Charisma riesca a entrarti nel cuore. Ne abbiamo un esempio con “Encounter”, con i suoi ritmi pacati, i fluidi assoli di chitarra, le ampie tastiere che scorrono adagio evocando suggestioni che ricordano un po’ gli Ain Soph. L’esecuzione è precisa ed equilibrata ma manca quel pizzico di magia che non riesce a penetrare questa generale impressione di distacco e asetticità. Molto meglio “Dawn” allora che fa leva su suoni potenti e distorti, con tastiere sature e una chitarra fragorosa che cavalca una base ritmica monolitica. Gli effetti elettronici mirano qui a creare scenari claustrofobici ed inquietanti in una sorta di scorcio tecnologico del futuro.
Bisogna ammettere insomma che i Charisma riescono ad essere coinvolgenti quando spingono proprio perché questo connubio fra forza e tecnica spiazza non poco l’ascoltatore. Gli assoli sono rapidi e furiosi e le tastiere riescono a spingersi con prepotenza e agilità in anfratti musicali davvero angusti, così come il piano, col suo stile cameristico che riesce a ricavarsi i suoi spazi in questa specie di inferno. Purtroppo però devo ammettere di non amare alla follia certe scelte, come ad esempio alcuni registri di synth che hanno un sentore un po’ artificiale. Sarebbe un peccato non citare almeno brevemente la traccia di apertura, “Nostalghia” che, nel suo sforzarsi di essere varia, ora distesa, ora furiosa, ci anticipa diversi aspetti e caratteristiche che ricorreranno nel resto dell’album, facendo un po’ da biglietto da visita.
Per farla breve, non mi pento affatto di aver avuto l’opportunità di conoscere questo gruppo anche se devo dire che siamo ben lontani dalla creatività e dagli sfolgoranti eccessi di altri grandi gruppi che hanno fatto la storia del prog in Giappone. Purtroppo questo album non è uscito negli anni Settanta, se ciò fosse avvenuto forse avremmo per le mani qualcosa di profondamente diverso e di più significativo. Non possiamo certamente fare le nostre valutazioni sulle ipotesi e sui rimpianti e dobbiamo basarci su quello che c’è che appare a mio giudizio personale sicuramente valido ma non soddisfacente.



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Jessica Attene

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