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RA RISING Seize the day autoprod. 2014 UK

"Mi piace il suono del Taurus Moog al mattino...". La pseudo-citazione mi è venuta spontanea ascoltando "Between these walls", che introduce "Seize the day" con il suono storico da me immediatamente associato agli Yes. E in effetti il brano iniziale può ricordare il gruppo di Jon Anderson e soci, così come quello di altre band storiche dedite al prog sinfonico, nonostante gli arrangiamenti siano in genere più scarni della media. Le idee melodiche e lo sviluppo però sono validi e i brani immediatamente successivi rivelano che i Ra Rising sono piuttosto eclettici nel proporre la loro musica, che parte da un rock progressivo abbastanza tradizionale per spostarsi sovente verso altri lidi (psichedelia, folk, hard rock, blues e musica classica). Troviamo così alcuni brani più legati al formato canzone e debitori verso uno stile psichedelico abbastanza trasognato o alla Beatles, nonché condito di sapori canterburiani o folk ("Indigo mountain", "Again", "Matter of the heart"), alternati a quelli di matrice sinfonica (tra questi, oltre al brano iniziale, ci sono "Holy man", "Kids on the sand", "Flying high" e "The real world"). Il tutto si basa su una discreta varietà di atmosfere, generalmente sempre morbide e ariose, a volte malinconiche. Evidenti le influenze, dai già menzionati Yes ai Genesis, passando per alcune melodie che ricordano i Camel e certi momenti su cui aleggia il fantasma dei Caravan del periodo con Richard Sinclair. Verso la fine spunta addirittura un brano in stile psichedelico melodico/hard rock/blues, che può essere considerato divertente o trascurabile, a seconda dell'umore del momento.
Sostanzialmente, si tratta quindi di un disco multiforme, ben riuscito, con composizioni piacevoli pur senza particolari guizzi di inventiva. Domina la melodia, si evitano i virtuosismi inutili e il tutto è ben suonato. Un punto debole evidente è senz'altro la voce, senza mordente e impersonale. Altrettanto evidente è la volontà di voler caratterizzare i singoli brani per conferirgli una personalità definita ed evitare così la "supercazzola" progressiva. Di questi tempi, non è affatto poco.



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Nicola Sulas

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