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SECRET TALES |
L'antico regno |
Black Widow |
2014 |
ITA |
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Ci sono dei gruppi musicali per i quali, anche senza vedere i crediti di copertina riesci a capire quasi subito di quale scuderia fanno parte. Con la Black Widow di Genova è una cosa che succede molto spesso e che riesce a fare interessare l’ascoltatore medio alle nuove proposte che la casa discografica propone, senza lo specchietto per le allodole del nome di grido. Una sorta di marchio di fabbrica, che fa si che l’ascoltatore si fidi quasi a scatola chiusa di quello che il produttore propone, proprio perché sa che difficilmente resterà deluso. E sarebbe un vero peccato se l’ascoltatore medio trascurasse l’esordio dei Secret Tales, visto che nelle tracce di questo lavoro c’è molta carne al fuoco e riferimenti diversi dai soliti. I Secret Tales sono Tiziana Radis (musiche, testi, voce, cori, chitarra, liuto, arciliuto, bodhran, percussioni), Roby Tav (musiche, arrangiamenti, tastiere) e Giancarlo Gabbanella (chitarre, basso). Al trio si affiancano diversi ospiti che rendono “L’antico regno” un disco completo. La peculiarità di questo lavoro è senz’altro nella bella e teatrale voce di Tiziana Radis che caratterizza ed esalta la maggior parte dei momenti di questo cd. Nei tredici brani di questo lavoro si respira un’aria dark prog con forti tinte folk e gotiche che ricordano spesso i primi lavori dei grandi Dunwich (periodo Katia Sanna per intenderci). Anche se l’accostamento con certe espressioni del gothic metal (vedi primi Lacuna Coil, Nightwish etc) può venire spontaneo qui lo spessore compositivo è più importante, basta ascoltare tracce come “In-faust-o-goblin” la strumentale “Il canto delle sirene” ” o “Tornano le fate” per rendercene conto. Di certo gli appassionati del genere portato avanti da Cristina Scabbia e Tarja Turonen potranno trovare pane per i loro denti in un brano come “L’unicorno lucente”. La mia traccia preferita è comunque “An ancient History” che si stacca dal filone gotico del disco per addentrarsi in territori folk molto evocativi dove gli intrecci tra voce, chitarra, violini e sintetizzatori rendono veramente il tutto magico. Una traccia che potrebbe stare benissimo in una compilation virtuale delle cose più belle uscite in Italia nel nostro genere musicale. Un disco che annoia poco visto la varietà dei temi proposti e raccolti insieme in questo concept. Un buon esordio per un gruppo che, vedendo anche le esibizioni video che si trovano in giro per internet, dimostra un’ottima vitalità anche sul palcoscenico (e non potrebbe essere altrimenti visto la teatralità delle loro scelte sonore). Bellissima poi la copertina in stile fantasy, una vera gioia per gli occhi e che nella versione in vinile (come tutte le uscite della Black Widow) risulta ancora più bella. I presupposti per continuare su questa scia e presentare al pubblico altre cose di qualità ci son tutte, speriamo che il pubblico sia dalla loro parte e non li faccia passare inosservati tra le tante proposte che il mercato discografico italiano e non propone, anche in tempi di crisi. Staremo a vedere.
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Antonio Piacentini
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