Home
 
CAILYN Voyager Land of Oz Music 2015 USA

"Spazio, ultima frontiera". Lo ammetto, la citazione è un po' eccessiva e ho qualche riserva su Star Trek però la tentazione era troppo forte. Bisogna considerare, inoltre, che gli ultimi due anni sono stati a dir poco spettacolari per l'esplorazione spaziale e, in senso più ampio, per la ricerca e l'innovazione tecnologica volte ad aumentare le nostre conoscenze su ciò che ci circonda. Le immagini della cometa provenienti dalla missione della sonda Rosetta e quelle di Plutone della New Horizons hanno semplicemente ridefinito il modo in cui apprezziamo il risultato dell'impiego delle risorse umane, oltre ad aver acceso la fantasia di un numero incalcolabile di persone. La musica, ovviamente, in tutto questo c'entra solo in maniera collaterale ma non accidentale, dato che lo spazio e la sua esplorazione sono da parecchio tempo fonte di ispirazione per compositori e musicisti. Per questo, quando mi sono informato sull'album di Cailyn Lloyd intitolato "Voyager" ho subito sperato che fosse meritevole e mi sono adoperato per procurarmelo.
Cailyn è una chitarrista e multi-strumentista americana la cui biografia annovera collaborazioni con varie band sia in Inghilterra che negli Stati Uniti e i cui interessi musicali vanno dal blues al rock al progressive alla composizione classica. "Voyager" è il suo ultimo lavoro ed è basato, come facilmente intuibile, sulla trasposizione in musica dei successi della missione spaziale della sonda omonima. Nove delle tredici composizioni, tutte strumentali, sono scritte dalla chitarrista, le restanti quattro ("Jupiter", "Saturn", "Uranus" e "Neptune") sono arrangiamenti delle rispettive parti della suite "I pianeti" di Gustav Holst, celebre opera risalente ai primi del novecento e fonte d'ispirazione per tanti artisti nei decenni a seguire, soprattutto nel campo delle colonne sonore cinematografiche. A parte il differente tema di fondo (la suite di Holst è incentrata sul "carattere" astrologico attribuito ai pianeti mentre il lavoro di Cailyn è evidentemente basato sull'aspetto "scientifico"), l'integrazione tra le due epoche creative e la riproposizione in chiave moderna delle musiche del compositore britannico sono riuscite in maniera egregia, tanto che all'ascolto non si avvertono disomogeneità significative. La musica è una commistione di rock, progressive e classica veramente ben riuscita che evita efficacemente la mera alternanza di stili. Cailyn ha incentrato l'intero lavoro sull'atmosfera e sulla forza evocativa della musica, cosicché essa descrive veramente il pianeta o la luna a cui ciascuna traccia è ispirata. "Io", con i suoi numerosi vulcani attivi è rappresentata da sezioni hard e da furiosi intramezzi ritmici che danno l'idea dell'intensa attività geologica che si svolge sulla sua superficie, "Europa" è un rilassante tema melodico ispirato alla liscia coltre ghiacciata che la ricopre, "Titan" descrive in meno di quattro minuti l'alternarsi delle stagioni del pianeta con la divisione in sezioni a tema differente della musica, i sibili di sintetizzatore di "Enceladus" evocano i getti di materiale ghiacciato provenienti dai suoi criovulcani, l'alternanza improvvisa di parti più dure con altre melodiche rappresenta "Miranda" ed il suo essere assemblato da parti solide di differente natura, la superficie irregolare solcata da canyon e butterata da crateri di "Ariel" è scolpita nelle accelerazioni e nei virtuosismi strumentali. Insomma, la musica ha un suo corrispettivo in ciò che rappresenta, ed il concept non è solo un argomento scelto per fare presa o per moda. Le quattro composizioni di Holst si integrano alla perfezione con le restanti, ed è ammirevole il lavoro svolto per adattare gli arrangiamenti, sorprendenti per gusto e varietà, allo stile della chitarrista senza snaturarle. Dominano i sintetizzatori e la chitarra di Cailyn ma ci sono anche interventi di strumenti acustici come sassofono, violoncello e corno inglese, e la parte ritmica è ideata ugualmente in funzione solista, con la batteria che contribuisce decisamente a caratterizzare le composizioni.
"Voyager" è realizzato proprio come un viaggio, un'avventura la cui colonna sonora ha uno stile intensamente cinematografico e documentaristico, con un profondo senso drammatico ed emozionale che fa davvero pensare di trovarsi nello spazio profondo. L'avventura del Voyager, come tutti sanno, non è finita e prosegue oltre i confini del sistema solare, come descritto nel booklet nel commento a "Heliopause", ultima traccia dell'album e ideale augurio verso i futuri traguardi nella ricerca astronomica. In attesa di essi, la colonna sonora ideale per ciò che già si conosce è questa, io non ho il minimo dubbio.



Bookmark and Share

 

Nicola Sulas

Collegamenti ad altre recensioni

CAILYN Four pieces 2012 

Italian
English